Sintetiche o naturali, le spugne sono fondamentali e chi ha la coscienza green può scegliere quelle di Luffa aegyptiaca

Le spugne di Luffa aegyptiaca, fondamentali per la pulizia della casa
Le spugne di ​Luffa aegyptiaca, fondamentali per la pulizia della casa
di Veronique Angeletti
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Giovedì 4 Marzo 2021, 11:10

ANCONA - Un miliardo per metro cubo è il numero di batteri nella spugna che usiamo per lavare i piatti, i bagni, sotto la doccia. In pratica, ogni volta che puliamo esiste un alto rischio di contaminare tutto quello che tocchiamo. L’analisi è stata fatta dall’Istituto Zooprofilattico sperimentale delle Venezie, che definisce le spugne l’habitat perfetto per quasi tutti i batteri, anche quelli pericolosi come la salmonella e la listeria.

Come la Moraxella osloensis che può causare infezioni nelle persone con un sistema immunitario debole ed è il microrganismo responsabile del cattivo odore dei lavandini e delle spugne. Per limitare il problema, dobbiamo ogni volta ricordarci che la spugna non va lasciata bagnata ma sia quella sintetica sia quella naturale vanno ben risciacquate, strizzate, messe in un luogo asciutto e periodicamente disinfettate. Le sintetiche vanno messe cinque minuti in acqua bollente mentre quelle naturali, che non sopportano temperature che superano i 50°C, lasciate un’ora in ammollo con un disinfettante antibatterico. Infine, è obbligatorio cambiarle abbastanza spesso.


Il che per chi ha la coscienza “green” è un grande limite. Salvo però per chi usa la spugna di “Luffa aegyptiaca” detta anche cilindrica. Si tratta di una spugna vegetale, naturale, ipo-allergenica che si lava più volte in lavatrice e, a fine vita, si butta nell’organico o nel compost. È disponibile in commercio già tagliata ma si può coltivare nel proprio giardino o sul terrazzo.

La pianta è originaria dell’Asia, appartiene alla famiglia delle zucche e dunque è una pianta che esige un posto al sole e un terreno molto bene concimato. I suoi frutti assomigliano a dei cetrioli un po’ amari (meglio mangiarli nel minestrone) ma seccati sono delle spugne delicatamente abrasive perfette per il corpo e tutte le superfici, anche le più delicate.


I semi vanno piantati ad inizio primavera in piccoli vasetti biodegradabili da tenere in un luogo luminoso intorno ai 12°C. Tempo un mese e le piantine nascono, a questo punto si trapiantano a metà aprile e maggio in giardino o in una capiente balconiera (minimo 40 cm di profondità). Per garantire un’ottima germinazione, è bene, prima di piantare i semi, lasciarli in ammollo 12 ore. Attenzione, come tutte le zucche, la Luffa ama allargarsi. Pertanto almeno un metro tra le piantine. Poi va in altezza, quindi prevedere un sostegno, tenendo conto che i frutti (tra 3 a 6 a pianta) saranno pesanti. Annaffiare spesso.

La raccolta è assicurata dopo 6 mesi, quando la buccia dei frutti passa dal verde al marrone scuro. Lasciarli seccare qualche giorno e poi togliere la buccia partendo dal picciolo. A quel punto per liberare la polpa che si presenta solida ma elastica, si immerge il frutto sbucciato nell’acqua ed ogni tanto lo si tira fuori per togliere le impurità e recuperare i semi che saranno piantati l’anno prossimo. Per sbiancarla, acqua bollente.

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