Sognare sempre in grande per raggiungere gli obiettivi, l'importanza della tecnica dello scalatore professionista

Anna Maria Morsucci
Anna Maria Morsucci
di Anna Maria Morsucci
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Sabato 16 Ottobre 2021, 16:52

ANCONA - Sogna in grande, dicono. Questo è il modo per realizzarti. E, per la verità, è un ottimo consiglio. La storia è piena di sognatori. Basti pensare a personaggi come Martin Luther King, Steve Jobs o Frida Kahlo solo per fare solo alcuni nomi. Spesso siamo portati a credere che queste persone avessero caratteristiche speciali, migliori delle nostre. Non è cosi o, almeno, lo è solo in parte. Loro, certamente erano intelligenti e in gamba ma avevano soprattutto una cosa in più: la forza del loro sogno, la capacità di non mollare e di crederci fino in fondo. Non hanno mai smesso di lavorarci. Hanno fatto appello alla costanza e alla disciplina per non scoraggiarsi e lasciar andare. Il sogno è qualcosa di magico e meraviglioso ma può anche diventare una realtà possibile. La forza del sogno, la determinazione, la passione, la consapevolezza e la fiducia ci portano a rendere concreto ogni nostro passo. Come fare?
Vincere la paura
Come prima cosa per realizzare il nostro sogno dobbiamo trasformarlo in un obiettivo. Ma prima di tutto impariamo a “sognare compiutamente”, facendo un passo indietro. È importante, prima di tutto, reimparare l’immaginazione. Sì: immaginare rende una cosa reale, perché si tratta un’attività che ci rende umani ma è anche quella che troppo spesso mettiamo da parte, lasciandoci trascinare dal quotidiano, da quello che gli altri si aspettano da noi, dalla paura di distaccarci. Quali sono le paure più comuni rispetto a un sogno? Sicuramente la prima è di non riuscire a realizzarlo. Di fallire. La nostra tendenza diventa “non sogno perché se sogno verrò deluso”. La prima cosa da cui partire, quindi, è quella di permetterci di sognare ancora, di fantasticare su cosa vogliamo. Trasformare il sogno in obiettivo è come sovrapporlo con la realtà e quindi deve rispondere a delle logiche più concrete come quella del tempo per esempio. Perciò, una volta immaginato e costruito nella nostra mente, i passi vanno progettati nei singoli dettagli, mettendolo a punto e per questo serve determinazione e costanza.
Come trovare la via giusta
Una tecnica molto potente che definisce i passi per realizzare il nostro sogno trasformato in obiettivo è quella dello scalatore. Come per raggiungere una vetta, si definisce prima un punto di partenza. La vetta da raggiungere corrisponde con il nostro obiettivo raggiunto. Ma ogni scalatore sa che non si arriva in vetta di volata: ci vogliono dei passaggi intermedi, dei bivacchi dove riposarsi. Lo scalatore guarda sempre la vetta a ritroso perché, se è difficile raggiungerla lo è ancora di più tornare indietro… e anche molto più pericoloso. Così, lo scalatore professionista, procede con la mente a ritroso e noi faremo lo stesso: immaginiamoci di aver raggiunto l’obbiettivo. Siamo lì. Abbiamo vinto. Ora però è utile capire quali sono state le tappe che ci hanno portato fin lì. Il metodo dello scalatore ha dieci tappe che pongono delle domande. Per esempio: cosa abbiamo fatto il giorno prima di raggiungere la vetta? E a metà strada che potrebbe essere successo? Procedendo in questo modo, e definendo le date con precisione, arriviamo ai primi passi che rappresentano il più piccolo cambiamento che possiamo fare nella direzione del nostro sogno della grande impresa, tipo comprarsi la giusta attrezzatura. In questo percorso, il primo step è il giorno in cui abbiamo deciso di intraprendere il viaggio e non abbiamo ancora nulla. Questa tecnica si può utilizzare per qualunque obiettivo: la scrittura di un libro, una dieta, un allenamento sportivo, un progetto lavorativo. 
Lo spazio di 20 minuti
Capita spesso di sentir dire: «Sì, è vero, questo è il mio sogno ma non ho la più pallida idea di come trasformarlo in obiettivo concreto.

Sinceramente non mi viene nulla». Ecco perciò alcuni semplici consigli. Prima di tutto, prendersi dei momenti in cui possiamo ascoltare la voce interiore. Lasciamole lo spazio di parlare prendendoci 20 minuti al giorno per meditare, passeggiare, stare in silenzio ascoltandoci. In questo modo evitiamo che la voce che indica la strada possa confondersi con le altre numerose voci che abbiamo nella mente.

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