Un legame misterioso tra la vita dell'uomo e la posizione dei pianeti in cielo

La volta celeste
La volta celeste
di Anna Maria Morsucci
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Venerdì 26 Febbraio 2021, 10:45

ANCONA - Il cielo stellato affascina l’uomo fin dalla preistoria, non solo per il suo splendore scintillante e l’ordine apparentemente immutabile, ma anche per il significato che gli attribuisce. Fin dall’antichità, infatti l’uomo ha ipotizzato un legame misterioso tra la sua vita e la posizione dei pianeti in cielo e ha creato sistemi per interpretarlo. Uno dei più antichi sistemi di interpretazione del cielo è quello delle immagini stellate, ovvero: la capacità di trarre suggestioni simboliche dalle immagini che i gruppi di stelle sembrano formare in cielo. 


«Lo studio della storia umana in relazione ai miti, ai sistemi iniziatici e alla nascita delle grandi religioni dimostra che vi è una corrispondenza tra le immagini stellate protagoniste di quel periodo e i simboli adottati in questi sistemi», spiega Giacomo Albano, autore di molti saggi, studioso di astrologia ed esoterismo occidentale e orientale che, domenica prossima 28 febbraio, terrà una conferenza su questo tema. «Nella più remota antichità questa corrispondenza è stata molto probabilmente voluta e cercata dai sacerdoti-astronomi. E così, per esempio, scopriamo che Gesù è nato da una Vergine proprio mentre la stella brillante Spica dell’omonima costellazione era sull’equatore celeste. Un evento rarissimo, tanto che dovremo aspettare l’anno 13.500 per rivederla in questa posizione. Oppure scopriamo che le stelle principali della costellazione dell’Ariete erano sull’equatore celeste, e quindi molto ben visibili, nei tempi in cui si è sviluppato il rito del sacrificio dell’agnello come rito pasquale per gli ebrei. E ancora: Maometto ha ricevuto la rivelazione del Corano mentre Sirio era al suo punto di arresto superiore. Anche questo è un fenomeno accade ogni 12.000 anni circa.

Non è quindi un caso se Allah viene definito nel Corano “signore di Sirio”.

Venendo a cose recenti, scopriamo che l’epidemia di Covid19 è scoppiata quando l’Ofiuco, una stella tradizionalmente associata a malattie, epidemie e veleni, si vedeva più bassa nel cielo».


Per riconoscere questi segni, ovviamente, bisogna decifrare il linguaggio delle stelle. Un codice che si basa su meccanismi di tipo associativo, analogico e simbolico: come l’uguaglianza di forme e di nomi. «Un esempio di questa somiglianza di eventi», continua Albano «sono le esplorazioni spaziali e le nuove tecnologie informatiche. L’esame dei momenti più rilevanti e delle scoperte cruciali, dall’invenzione di Internet allo sbarco sulla Luna, dimostra il ruolo della costellazione di Pegaso. Nel mito, Pegaso era il cavallo alato di Perseo che consentiva all’eroe di spostarsi con incredibile velocità. Infatti, anche la sua immagine stellata è associata all’idea di grande velocità e agilità di movimenti, comunicazione istantanea che la portano ad avere significato su cose come cavalli, corse e velocità, cose che volano veloci come aerei o astronavi, comunicazioni elettroniche».

Come ci ricorda Albano, nel Novilunio dell’equinozio primaverile del 1969 (anno dello sbarco sulla luna e della creazione di Arpanet, che è stata l’antenata di Internet) la Luna e il Sole erano congiunti proprio a una delle stelle principali della costellazione di Pegaso (Scheat) e la costellazione era protagonista anche nei giorni di questi eventi. Come se non bastasse, l’anno dello sbarco sulla Luna è stato anche un anno di lunistizio, fenomeno che avviene ogni 18 anni e che consiste nella Luna che raggiunge la sua massima declinazione, e quindi di notte nel cielo disegna un arco molto ampio dal suo sorgere al suo tramontare, un po’ come fa il Sole quando è al solstizio.

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