Il Nuovo Melograno porta in scena “Canto di Natale” di Dickens al Teatro Panettone di Ancona

Il Nuovo Melograno porta in scena “Canto di Natale” di Dickens al Teatro Panettone di Ancona
Il Nuovo Melograno porta in scena “Canto di Natale” di ​Dickens al Teatro Panettone di Ancona
di Chiara Morini
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Giovedì 7 Dicembre 2023, 07:00 - Ultimo aggiornamento: 11:12

ANCONA - Un “Canto di Natale”, scritto da Dickens, ma per il resto made in Marche: sarà infatti la compagnia Nuovo Melograno di Senigallia a portarlo in scena venerdì, 8 dicembre, alle ore 18 e sabato, 9 dicembre, alle ore 21, al Teatro Panettone di Ancona, nell’ambito della rassegna Made in Marche.

 
Il classico


«Abbiamo tradotto il romanzo “A Christmas Carol” – spiega il regista Daniele Vocino – in opera teatrale, poi abbiamo iniziato a portarlo in trasferta in vari teatri italiani. Quest’anno siamo contenti di poterlo portare vicino a casa nostra, ad Ancona, al Panettone». Un classico del tempo natalizio, del periodo che precede le festività di dicembre. «Resta un romanzo – aggiunge Vocino – una storia che parla a chiunque l’ascolti o la legga: dall’adulto al bambino, passando per i giovani. Si parte da temi concreti, conditi con poesia, magia e fantasmagoria». Riferimento esplicito ai fantasmi che nella storia parlano a Scrooge.

«Lui da avaro – ricorda – diventa un ottimo amico, un nobile, un padrone meraviglioso che sceglie di festeggiare il Natale. É una storia di conversione, di speranza, della possibilità che ci viene data di cambiare se riusciamo a comprendere l’essenza della vita. Lo spettacolo, dicevo, intrattiene tutti, con un pizzico di paura, di risate e di commozione». 


Una condivisione totale, quindi, con il proprio pubblico, che per la compagnia non è certo una novità. «La compagnia c’è da più tempo – spiega Vocino – ma è da dieci anni che siamo stanziali, nel 2014 abbiamo aperto il Teatro Nuovo Melograno, dove produciamo le nostre opere e dove, di fatto, c’è la nostra sede e punto di partenza».

Un teatro che prende vita in un’ex carrozzeria, e tra i ricordi di questi dieci anni ci sono «la condivisione con il pubblico, le molte compagnie che abbiamo ospitato, le reti di contatti che abbiamo costruito». Reti che aiutano e non poco il fare teatro oggi, cosa che resta, secondo Vocino, una disciplina “complessa”.

«É difficile – spiega – perché coinvolge tutta la persona, richiede un corpo ricettivo, un’attenzione particolare all’interiorità, al tirare fuori sempre la verità (e rimanere quindi aggiornati), essere sempre pronti a nuove sfide. Queste sono sfide comuni a tutto lo spettacolo dal vivo, perché quando si è sul palcoscenico si raccontano storie che possono fare la differenza nelle persone che vengono a vedere: magari arrivano per vedere uno spettacolo ed escono, dopo averlo visto, anche con qualche riflessione in più».


Fin qui il lato più legato alla disciplina teatrale, perché poi c’è anche un aspetto legato alla cosiddetta industria della cultura. «Servono – aggiunge Vocino – capacità di superare momenti difficili, com’è stato per il Covid, e come può essere ora con l’aumento di costi. Il teatro è legato al pubblico e, di conseguenza, anche al biglietto. Bisogna sempre essere pronti ad affrontare tempeste e superarle. Ci siamo riusciti, è il nostro lavoro, e tra questo c’è anche una scuola di teatro con i nostri giovani».

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