Franca e Marinella, le donne del porto
«Dai mamma, non mi dire le bugie»

Franca e Marinella, le donne del porto «Dai mamma, non mi dire le bugie»
di Lucilla Niccolini
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Domenica 19 Novembre 2017, 17:21
Venticinque anni fa, Franca Gabrielloni e la figlia Marinella Manganelli hanno aperto, davanti alla sede dell’Autorità portuale di Ancona, la Locanda del Porto-La bitta. Dalla famiglia deriva a loro il piacere dell’accoglienza; il gusto per la buona cucina ce l’hanno nel sangue. Difficile perdano il sorriso. Donne di ferro, profumano di zenzero e cannella.
Franca Gabrielloni, anconetana, classe 1952. Il papà sui pescherecci, si è fidanzata a 16 anni con Augusto Manganelli, (aveva bar e ristorante in porto). Cucina il pesce da sempre: ha imparato dai suoceri e da Silvana della Terrazza.
Marinella Manganelli, anconetana, classe 1970. È diplomata operatrice turistica. Ha fatto la cameriera e la barman nei locali della famiglia e a New York, poi la receptionist alla Fonte di Portonovo e l’animatrice della Valtur.

1. Quanto vale lavorare in famiglia?
Madre: Tanto! Anche quando inevitabilmente si è in disaccordo, almeno hai la soddisfazione di lavorare con qualcuno che conosci bene. E una soluzione, prima o poi, si trova sempre.
Figlia: È una situazione che ha i suoi pro e i suoi contro. Pro: tra mia madre e me c’è affiatamento, ci capiamo con uno sguardo. Però, così ci portiamo il lavoro anche a casa: si continua a parlarne sempre, anche per telefono.

2. La massima virtù dell’altra?
M: La determinazione: lei riesce a realizzare sempre quello che si mette in testa.
F: La positività: cerca sempre di trovare il lato positivo. Come me. E la sua allegria è contagiosa.

3. Il suo peggior difetto?
M: Vuole sempre aver ragione lei. Ed è convinta di non sbagliare mai.
F: Certe cose le prende troppo alla leggera. E qualche volta mi dice le bugie, per non farmi preoccupare. O meglio, mi nasconde i problemi.

4.Una ricetta per la serenità?
M: Restare zitta quando si capisce che non è il caso di parlare. Cosa che io per la verità non ho mai saputo fare...
F: Parlare di tutto sempre con sincerità, e tacere quando è necessario. Rispettare le persone.

5. Meglio un pizzico di cannella o di peperoncino?
M: La cannella. La dolcezza è indispensabile nella vita: ti conforta e ti dà una spinta in avanti.
F: La cannella, perché è esotica e particolare: può piacere e non piacere, va apprezzata. Come La Bitta…

6. Il bicchiere, mezzo pieno e mezzo vuoto?
M: Mezzo pieno, sempre. Sono un’ottimista.
F: Mezzo pieno. Sono ottimista, nonostante tutto. Ma ho bisogno di vedermi intorno persone positive, educate, come le ragazze che lavorano con noi.

7.La cosa più preziosa della vita?
M: I mie due nipoti, i figli di Andrea: Filippo che ha 11 anni e Tommaso di 10.
F: La salute, indispensabile.

8. La società anconetana ha cambiato pelle?
M: Non molto, e quel poco, in peggio. Una volta c’era più gentilezza nei modi. Adesso siamo tutti troppo polemici. Prima eravamo più amichevoli, forse perché eravamo più poveri…
F: Gli anconetani sono diventati molto esigenti, forse troppo critici. Però sono anche più aperti di una volta.

9. I tre desideri da esprimere al genio della lampada? 
M: L’accordo in famiglia, prima di tutto. E poi, che le nostre aziende continuino ad andare bene, la mia e quella di mio marito Augusto. Terzo: fare tanti viaggi.
F: Più educazione in giro. Più serenità. Più positività









 
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