Marche, dall’aeroporto nel caos alla chiamata alle urne: ecco le sfide della Regione

di Martina Marinangeli
Martedì 2 Gennaio 2024, 03:10 - Ultimo aggiornamento: 3 Gennaio, 08:34 | 2 Minuti di Lettura

C’è lo scatto sulla E78 ma serve molto di più. Il Piano Marche 2032

l tallone d’Achille delle Marche. Le infrastrutture rappresentano la madre di tutte le sfide per chiunque governi questa regione. Quindi anche per la giunta Acquaroli, che nei primi mesi dell’anno si appresta ad approvare il Piano delle Infrastrutture con tre diversi orizzonti temporali: le opere da portare a casa entro il 2027, quelle con prospettiva entro il 2032 e quelle con la road map ancora in fase embrionale e per le quali, dunque, di guarda oltre il 2032. In questi primi tre anni di mandato va detto che di passi in avanti ne sono stati fatti. Almeno per alcune opere che sembravano destinate a restare incompiute. A partire dalla galleria della Guinza sulla Fano-Grosseto, scandalo a cielo aperto che per decadi ha sfregiato le Marche.

Lo scorso venerdì l’Anas ha affidato i lavori e ad aggiudicarsi l’appalto è stata la ditta C.E.C. – Consorzio stabile Europeo Costruttori - che ha offerto un ribasso del 14,7% sulla base d’asta di oltre 94 milioni. Per un’opera dal valore complessivo di 120 milioni di euro. Prima era toccato al raddoppio dei binari sul tratto Genga-Serra San Quirico (nel 2024 l’avvio del cantiere, al netto di ricorsi al Tar vari ed eventuali) e all’Ultimo miglio per l’uscita nord dal porto di Ancona. Un trittico non da poco, a cui si aggiunge anche il via alla gara per l’intervalliva di Macerata. Ma non basta per portare le Marche fuori dall’isolamento. Sulla Fano-Grosseto, i primi mesi del 2024 dovrebbero portare buone notizie anche per altri tratti, perché sbloccare la Guinza non basta se il resto della E78, lato Marche, rimane al palo.

Sulla Orte-Falconara, invece, si naviga ancora a vista: il lotto 3 tra Serra San Quirico-Castelplanio non è ancora stato rifinanziato; la Terni-Spoleto e la Fabriano-Foligno sono immerse nelle nebbie. E l’Alta velocità lungo la linea Adriatica resta - al momento - una bella chimera, in attesa delle alternative progettuali che il Mit dovrebbe presentare a marzo.

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