Le tracce di sangue trovate sui rubinetti di tre stanze dell'ex hotel Astor di via Maragliano a Firenze non sono di Mia Kataleya Chiclo Alvarez, la bambina peruviana di 5 anni scomparsa il 10 giugno scorso dallo stesso albergo dove viveva con la famiglia e altre decine di occupanti abusivi, soprattutto sudamericani e romeni. Neanche nei due trolley e nella valigia sequestrati il 17 giugno non sono state rilevate tracce biologiche riconducibili alla piccola Kata. È questo la conclusione dei primi esami genetici eseguiti dal medico legale Ugo Ricci, responsabile dell'Equipe Genetica Forense dell'Azienda Ospedaliero Universitaria di Careggi, incaricato dalla Procura che indaga per sequestro di persona a scopo di estorsione.
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