Il punto
Sulla scorta delle indagini portate avanti dalla Guardia di Finanza, la procura aveva puntato soprattutto il dito contro le «concessioni di credito continuative e indiscriminate a soggetti non affidabili, perché non avevano le adeguate garanzie». Era stato ricordato come molte imprese fossero già «in difficoltà e in perdita (come quelle del gruppo Lanari) al momento dell’erogazione e della prosecuzione dei prestiti». Ammonta a circa 400 milioni il valore delle linee di credito aperte e rinnovate finite nel mirino della pubblica accusa.