Covid a Roma, l'emergenza toilette e la lettera della barista: «Fateci aprire al pubblico»

La lettera scritta da Carmen, barista romana
La lettera scritta da Carmen, barista romana
di Alessia Marani
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Mercoledì 27 Gennaio 2021, 16:53

Covid e i divieti legati alla zona arancione. L’appello arriva dai gestori dei bar di Roma: «Fateci aprire al pubblico, non si può stare senza toilette». Mentre gli autisti di Atac e Cotral chiedono di cambiare i turni di servizio o, comunque, di avere la possibilità di potere raggiungere quei depositi o stazioni (pochissime) munite di servizi igienici: «Bisogna tenere conto delle limitazioni delle zone arancioni, a partire dalla chiusura di gran parte degli esercizi pubblici, che determinano difficoltà agli operatori», scrive la Fast Slm a Prefetto, Comune e Regione. Nella Capitale, dove le distanze sono grandi e per lavoro (ma non solo) si possono percorrere lunghi tragitti prima di rientrare a casa, scatta l’emergenza toilette. A patirne anche tanti anziani. Carmen, che gestisce un bar all’Appio Latino, ha preso carta e penna e, alla vecchia maniera, ha scritto una lettera al Messaggero, dispiaciuta dal non potere aiutare chi si trova in difficoltà.

«Sono una persona adulta, quasi anziana - si legge - e conosco bene l’esigenza del bagno pubblico quando sono per la strada.

Voglio raccontare un episodio che mi è capitato qualche giorno fa. Nonostante la mia età sono obbligata a lavorare e lavoro in un bar di quartiere. Quindi, benché non approvo questa stupida legge che i nostri governanti ci impongono, la rispetto, la subisco. Non ho potuto fare usufruire del bagno un signore anziano perché fuori stazionava una pattuglia di carabinieri e avevo il timore di una multa. Dopo che questi si sono allontanati sono uscita fuori a cercare il povero vecchio a cui io avevo rifiutato il bagno dicendogli di ritornare indietro e di usufruirne, lui con le lacrime agli occhi mi rispose che era troppo tardi. Se l’era fatta addosso e, con tanta vergogna, mi ha ringraziato lo stesso e io mi sono sentita morire». 

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