Autisti nel mirino delle bande. «Costretti a barricarci nei bus». Pullman sequestrato dalla gang: «Bisogna stare attenti a non reagire»

Autisti nel mirino delle bande. «Costretti a barricarci nei bus». Pullman sequestrato dalla gang: «Bisogna stare attenti a non reagire»
Autisti nel mirino delle bande. «Costretti a barricarci nei bus». Pullman sequestrato dalla gang: «Bisogna stare attenti a non reagire»
di Teodora Stefanelli
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Martedì 18 Gennaio 2022, 03:50

ANCONA - Non hanno paura di niente, nessun rispetto. E le loro sfide a bordo degli autobus si spingono sempre più oltre il limite. Dallo spray al peperoncino al laser puntato dritto negli occhi dei conducenti fino all’ultima bravata di pochi giorni fa: sequestrare un autobus per gioco, minacciando e insultando l’autista e terrorizzando chiunque ci sia a bordo. I baby provocatori che si spostano con i mezzi pubblici ad Ancona e nell’hinterland sono giovani e giovanissimi, anconetani o italiani di seconda generazione che amano suscitare l’indignazione dei passeggeri e possibilmente scatenarne la reazione. Sono sempre gli stessi - raccontano gli autisti -, che amano stuzzicare i coetanei o provocare i passanti. 

 
Bivaccano per le vie del centro con la musica a tutto volume o sulle panchine di piazza Cavour.

Hanno poco o nulla da fare se non aspettare il prossimo pullman su cui salire. Pensano a come e dove mettere in atto un’altra bravata delle loro con la speranza di far perdere la pazienza a qualche adulto. 


La paura 
«Ma bisogna stare attenti a non reagire – dice un autista di Conerobus fermo in piazza Cavour – perché poi è facile passare dalla parte del torto. Soprattutto perché molti di loro sono minorenni. È capitato che salissero in quattro o cinque, ma anche molti di più, e iniziassero a fumare sigarette o, peggio, spinelli all’interno dell’autobus. Se qualche passeggero provava a dire qualcosa era vittima di insulti e minacce». Insomma, stare fermi e aspettare che questi ragazzini scendano può essere la cosa più opportuna da fare oppure, meglio ancora, «chiamare la polizia e aspettare che li portino in questura». Proprio come è successo a dicembre a bordo della linea C diretta a Chiaravalle. E mentre si profila una «scenario da far west» si allunga lo storico di episodi di violenza avvenuti sui mezzi pubblici. I baby bulli sono arrivati perfino a schiaffeggiare un poliziotto a bordo. Per questo gesto un 16enne è stato punito con il Daspo urbano. Ad agosto un autista aveva rimproverato un paio di ragazzini per aver preso a sassate un bus. Loro per tutta risposta gli avevano messo le mani addosso rompendogli il cellulare. 


Le bravate
E poi, ancora, sedili tagliati e imbrattati, sputi sui finestrini e danni alle apparecchiature dei mezzi. A settembre un giovane aveva azionato la leva d’emergenza per aprire le porte, costringendo il bus a fermarsi in via XXIX Settembre, in mezzo al traffico. Poi era scappato prima che qualcuno riuscisse ad acciuffarlo. «Queste persone conoscono tutti i segreti degli autobus perché li prendono ogni giorno, i sistemi di sicurezza, le manopole, tutto – spiega un altro conducente fermo all’altezza del ristorante kebab che si trova sotto i portici di piazza Cavour –. Mettono le mani ovunque e non gli importa di niente. Per questo, quando sono fuori servizio, mi chiudo dentro e tengo sempre le chiavi con me. Non apro nemmeno il finestrino per paura che riescano a metterci le mani».

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