Cinzia, Stefano e Sokol: colleghi e amici. Chi erano sanitari dell'equipaggio 1408 morti nel rogo

Cinzia, Stefano e Sokol: colleghi e amici. Chi erano sanitari dell'equipaggio 1408 morti nel rogo
Cinzia, Stefano e Sokol: colleghi e amici. Chi erano sanitari dell'equipaggio 1408 morti nel rogo
di Simonetta Marfoglia e Roberto Giungi
4 Minuti di Lettura
Giovedì 28 Dicembre 2023, 02:50 - Ultimo aggiornamento: 29 Dicembre, 06:56

URBINO - Ancora una manciata di ore e avrebbe finito il turno sulla Potes medicalizzata Cinzia Mariotti e già pensava a cosa avrebbe fatto trovare in tavola di buono a figlia, genero e nipotino che aveva invitato a una cena post natalizia per la sera. Cinzia, infermiera di 49 anni di Acqualagna, viaggiava sull’ambulanza insieme a Stefano Sabbatini, autista soccorritore forsempronese di 59 anni e al medico 41enne Sokol Hoxha, che dall’albanese Elbasan era finito a studiare medicina ad Ancona per poi prendere casa a Ponte degli Alberi, non lontano da Fossombrone, dove tutti lavoravano. 


Trasferimento


Colleghi e amici.

Cinzia e Stefano anche qualcosa di più, quel lavorare insieme gomito a gomito a soccorrere e salvare vite aveva cementato un legame più profondo e speciale. Ieri pomeriggio tutti e tre erano in servizio sulla Potes che da Fossombrone stava trasportando un paziente, Alberto Serfilippi, 85 anni compiuti il 23 dicembre, all’ospedale di Urbino. Un trasferimento di routine, una strada, la bretella della statale 73 Bis, che l’equipaggio conosceva bene, compresa la galleria Ca’ Gulino, una comoda 4 corsie di poco più di 800 metri. Ma in quel tragitto noto c’è stato un prima e un dopo, lo sliding doors che piomba nel momento in cui l’ambulanza viene inghiottita dal tunnel.

Sono da poco passate le 15. Fuori c’è una luce irraggiante preludio a un tramonto di fuoco, dentro c’è buio, fuoco, dolore e morte. Cinzia, Stefano, Sokol e Alberto muoiono sul colpo, uccisi dallo schianto contro il pullman dei ragazzi in gita mentre attorno si scatena un inferno di fiamme e fumo. Non basteranno le lacrime a spegnere quel rogo. Le lacrime dei colleghi sconvolti a cui la notizia giunge improvvisa e feroce («Non Cinzia, non lei, era l’anima della Potes, aveva dato tutto per il suo lavoro»).

Il direttore della Potes, Alessandro Bernardi, raggiunge il punto di soccorso di Fossombrone per consolare chi piange e accogliere i parenti delle vittime. La mamma dell’autista appresa la notizia si sente male. Arriva anche il vice sindaco Michele Chiarabilli a portare il cordoglio del Comune di Fossombrone mentre sul luogo della tragedia si porta il sindaco di Urbino, Maurizio Gambini. Si rincorrono le telefonate, il tam tam dell’annuncio funesto che raggiunge ogni pertugio dell’Ast di Pesaro Urbino. «Non è vero, non può essere vero»: i colleghi si consolano a vicenda, ma non ci si riesce. Qualcuno prova a riannodare i ricordi, qualche aneddoto di vita insieme che ora brucia come sale: «Sokol lo conoscevo bene, gli ho fatto io gli esami quando ha chiesto di entrare nel 118, insieme ad altri corsisti una decina di anni fa. Per un periodo aveva lavorato a Cagli, poi era venuto a Fossombrone. Una persona preparata, educata e mite. Non ci credo che non lo rivedrò più».

«Siamo profondamente addolorati per la perdita dei nostri operatori - commenta il dg dell’Ast Nadia Storti – Hanno dedicato la loro vita alla comunità e ai pazienti. Siamo vicini alle famiglie dei nostri colleghi e del paziente». Con lei l’assessore regionale alla Sanità Filippo Saltamartini: «Il personale sanitario che lavora in ambulanza rischia la vita ogni giorno e la mette a servizio dei pazienti. Sono eroi silenziosi e quotidiani: quest'oggi tre di loro sono caduti per adempiere al loro dovere. Dobbiamo essere grati a tutti coloro che ogni giorno si mettono a servizio con coraggio ed altruismo».


Il cordoglio


Anche il presidente Francesco Acquaroli si dice «profondamente addolorato» mentre il parlamentare della Lega Mirco Carloni si stringe «alle famiglie delle vittime». Tanti i messaggi. Il presidente della Provincia di Pesaro Urbino Giuseppe Paolini parla di «una tragedia immane. Abbiamo offerto tutta la collaborazione possibile». Il sindaco di Pesaro Matteo Ricci si fa portavoce di un’intera comunità: «Ci stringiamo in un abbraccio. Il pensiero va anche ai bambini e a tutti i passeggeri del pullman, che per fortuna non hanno avuto gravi conseguenza. Ma tragedie del genere lasciano sconvolti».
 

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