Le motivazioni
«La legge nazionale lo prevede ed è il momento di farlo» ha dichiarato il primo cittadino. La riorganizzazione, in effetti, è stata avviata dal Governo Meloni con la legge di Bilancio del 2023, approvata nel dicembre del 2022. Questa riorganizzazione impone nuovi criteri per definire il numero delle autonomie scolastiche.
«È ora di finirla con le contrapposizioni tra scuole – ha continuato Gambini – Puntiamo su un’unica direzione ma i presidi rimarranno gli stessi. Oltretutto c’erano anche problemi sui trasporti che non riescono a soddisfare esigenze scolastiche disparate». Non la pensano così Biancani e Vitri: «Una mera e semplice applicazione del coefficiente di calcolo, oggi basato sul numero complessivo di alunni a livello regionale, con la soglia minima innalzata da 600 a 900 per ogni sede scolastica, non aiuta a trovare un equilibrio tra tutte le esigenze locali».
A Urbino l’avvio dell’operazione dimensionamento scolastico, è stato accolto da oppositori e parte dell’opinione pubblica, come un pugno in uno stomaco dopo battaglie impegnative e difficoltose degli anni passati per salvare i plessi scolastici dei borghi periferici.
La scaletta
«La Regione – hanno rimarcato il vicepresidente regionale Andrea Biancani e la consigliera Pd Vitri - non aiuta affatto le Province a far quadrare il cerchio per la programmazione della rete scolastica. Linee di indirizzo in ritardo e nessuna indicazione utile per fare chiarezza. In questo modo rischiamo una guerra tra territori, tagli alle autonomie scolastiche, degli organici e di posti di lavoro». Questa è la loro forte valutazione sul contesto che si è creato nel mondo della scuola in prossimità della scadenza per la presentazione del Piano regionale per il dimensionamento scolastico. Nella Provincia di Pesaro-Urbino al momento 4 autonomie scolastiche sono a rischio. Le autonomie passeranno da 229 a 210 il prossimo anno, saranno 208 nel 2025/2026 e 204 nel 2026/2027, fino ad arrivare in tre anni a -25.