Urbino, gli avvocati e l'ingegnere:
«Molliamo tutto, coltiviamo zafferano»

Urbino, gli avvocati e l'ingegnere: «Molliamo tutto, coltiviamo zafferano»
di Eugenio Gulini
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Mercoledì 30 Maggio 2018, 10:53 - Ultimo aggiornamento: 18 Giugno, 10:32
URBINO Cosa hanno in comune due ex avvocati di Urbino (Francesco Ranocchi e Michele Ragni) e un ingegnere di Sant’Angelo in Vado (Davide Spezi)? I primi due hanno appeso la toga al chiodo e si sono votati a un’agricoltura di qualità, mentre il terzo continua nella professione, tra insegnamento (cattedra nel locale Itis) e varie consulenze non disdegnando di trascorrere molta parte del suo tempo libero occupandosi di certificazione di prodotti alimentari. Più che di fil rouge, dunque, per parlare del trait d’union bisognerebbe chiamare in causa l’oro rosso, sua maestà lo zafferano.



Insieme a tanti altri appassionati, in attesa di costituire un consorzio vero e proprio, i tre hanno dato vita a una attività partita da zero, “Giallo di Corte” che si occupa di coltivare il bulbo tubero, il crocus sativus, che dà vita a uno splendido fiore di colore lilla-violaceo. Ogni fiore, nella fioritura prevista tra ottobre e novembre, produce tre stimmi rossi dalla cui essiccazione si ricava il prezioso zafferano. Molto affine se non superiore al valore del tartufo. Se il tuber magnatum pico è definito l’oro giallo, lo zafferano è chiamato l’oro rosso. Un grammo vale mediamente dai 25 ai 30 euro mentre il pregiato “rapone”, a seconda delle stagioni, arriva ai 15 – 25 euro al grammo.
 
«L’essiccamento – spiega Davide Spezi– serve per stabilizzarne la preziosa fragranza e le infinite virtù. L’integrità degli stimmi, ottenuta con passione, delicatezza e perizia, sono la migliore espressione di naturalezza, genuinità e qualità del prodotto». Ma perché questo cambio di rotta: dai tribunali ai campi? «Avevamo dei terreni chi a Sant’Angelo in Vado, chi a Canavaccio di Urbino, chi all’Orsaiola di Urbania – continua Michele Ragni– Abbiamo voluto provare e vista la riscoperta di un prodotto d’eccellenza di cui si testimonia, nel Montefeltro, dal 1564 quando “…per disposizione del Duca di Urbino si visita da persona tecnica il territorio di Durante per vedere se sia suscettibile di coltivarvi lo zafferano e si mandano due sacchi di bulbi per la piantagione…”, la risposta è stata davvero entusiasmante tanto che abbiamo voluto regolarizzare tutto a livello di permessi e dedicare il nostro tempo non più a cause civili o penali, bensì, alle “servitù prediali” delle nostre aziende agricole e trasformarle in terreni vocati per riscoprire gli aromi di un tempo e comportandoci come custodi di un sapore tanto unico quanto dimenticato. È un ritorno alle origini. Così è nato, con audacia, inventiva e passione “Giallo di Corte”, zafferano purissimo in stimmi cresciuti nelle colline del Montefeltro».
L’idea di benessere
«Chi compra zafferano Giallo di Corte – conclude Ragni - lo acquista perché compra un’idea di benessere, di bellezza e di eleganza». Ma vi mancano i codici, i tribunali, i giudici? «Assolutamente no– aggiunge Francesco Ranocchi - Anzi ci stiamo immergendo con aggressività sul mercato mantenendo qualità e artigianalità del prodotto ed andando oltre la vendita a privati e ai ristoratori: la media nazionale è di un grammo di prodotto finito grazie a 150 fiori, mentre a noi bastano 110 fiori. I bulbi vengono dall’altopiano di Navelli, vicino alla città dell’Aquila dove viene prodotto lo zafferano migliore al mondo».
Coraggio e determinazione
Insomma dei nuovi Cincinnato? «Non esageriamo – chiude Francesco – Siamo partiti dall’entusiasmo ed ora possiamo dire che non ci sono mancati coraggio e determinazione». La svolta nel 2013 quando Giallo di Corte nasce con lo scopo di produrre zafferano in stimmi di ottima qualità ma anche per legare questa coltura antica al territorio. «Abbiamo deciso - spiegano i tre - di realizzare delle partnership con attività del territorio che puntano, come noi, sulla qualità dei loro prodotti o dei servizi offerti al fine di pubblicizzare insieme Urbino e il Montefeltro. Punto di partenza ideale per un viaggio alla scoperta di queste terre è l’albergo Colleverde Country House - Albergo & Centro Benessere di Urbino, angolo di benessere della famiglia Cangiotti a due passi dai Torricini». A buon intenditor, dunque, molto oro rosso e addio requisitorie.
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