L'ultima omelia a Fano del vescovo Trasarti: «Siete un popolo attivo e accogliente. Grazie, cercate il bene comune»

L'ultima omelia a Fano del vescovo uscente Trasarti: «Siete un popolo attivo e accogliente. Grazie, cercate il bene comune»
L'ultima omelia a Fano del vescovo uscente Trasarti: «Siete un popolo attivo e accogliente. Grazie, cercate il bene comune»
di Osvaldo Scatassi
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Lunedì 3 Luglio 2023, 01:30 - Ultimo aggiornamento: 11:22

FANO - Sedici anni dopo il suo arrivo a Fano, per il vescovo uscente Armando Trasarti è arrivato il momento di prendere congedo da una comunità che continuerà a portarlo nel suo cuore. Monsignor Trasarti, che resterà ancora una settimana in attesa del successore, monsignor Andrea Andreozzi, ha celebrato ieri in Cattedrale la sua ultima messa nella Diocesi, concludendola così: «La mia eredità è la Chiesa di Fano Fossombrone Cagli e Pergola».

Don Attilio si sente male

La funzione è stata interrotta per alcuni minuti, quasi sul finire, quando don Attilio Tomassini, 98 anni, è stato colto da malore, forse a causa del caldo o forse a causa dell’emozione. Assistito da personale medico e dai volontari della Croce Rossa, il sacerdote è stato trasportato in ospedale da un’ambulanza del 118. 
Il rito religioso è poi proseguito e si è concluso poco dopo il saluto del prefetto Emanuela Saveria Greco, che ha definito monsignor Trasarti «uomo saggio e semplice nel linguaggio», peraltro dotato di una finezza tale da permettere considerazioni «profonde e mai scontate».

La luce per i carcerati

Monsignor Trasarti «una luce» per le persone più fragili e per i carcerati. Non a caso don Francesco Pierpaoli, il parroco del Vallato, nel saluto dei sacerdoti ha sottolineato come l’ex supercarcere a Fossombrone fosse considerato da monsignor Trasarti come la «quinta Cattedrale».

E del vescovo uscente è stato inoltre ricordato come abbia saputo «tenere unita la nostra Diocesi, quando i quattro nomi tendono a favorire l’isolamento: nessuno si è sentito solo».

Più che un saluto, una benedizione corale: «Accogli come un grazie questa partecipazione affettuosa».

Il Duomo gremito

Il Duomo gremito, in prima fila forze dell’ordine, amministratori pubblici e altre autorità, ha fatto ala all’ingresso di monsignor Trasarti, preceduto e seguito da sacerdoti e diaconi in corteo, in un clima di grande solennità. Dopo il benvenuto di sedici anni fa, ieri è dunque arrivato il momento dei saluti e dei ringraziamenti. Un «Grazie» ha infatti iniziato e concluso l’ultima omelia di questo episcopato.

Riconoscenza «a tutto il buon popolo di Dio, credente e non, che vive in questo meraviglioso territorio: un popolo laborioso, generoso, accogliente… ricco di associazionismo laico e cattolico, capace di tener vive tradizioni e impegni in ogni comunità civile e religiosa». Grazie a tutto il clero, poi. 

Un pensiero per don Luca

Un grazie a tutto tondo, senza classifiche di merito, con una citazione speciale per don Luca Santini, parroco nella Valcesano e segretario del vescovo uscente. Grazie, inoltre, ai diaconi e alle tante comunità religiose, come «al mondo politico, sociale, educativo e imprenditoriale. Voi siete ministri laici, consacrati alla ricerca e alla costruzione del bene comune. Grazie per l’impegno profuso nel servire tutto il popolo che vi è stato affidato. Servite il popolo e il bene di tutti».

Un pensiero di gratitudine a tutte le forze dello Stato, al personale della Curia e all’associazionismo. «Un augurio e una preghiera per me stesso e per voi tutti: Niente ti turbi, niente ti spaventi, tutto passa. Dio solo resta. La pazienza ottiene tutto, a chi ha Dio niente manca. Dio solo basta».

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