La Soprintendenza risponde al comitato: «Nessuno scempio a Gimarra per la nuova strada»

La collina di Gimarra
La collina di Gimarra
di Lorenzo Furlani
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Domenica 31 Gennaio 2021, 09:00

FANO - Uno stato di sospensione e attesa dal quale si può ricavare, se non un’anticipazione della scelta, quantomeno un atteggiamento di scrupolosa vigilanza che allontana lo scenario dello scempio ai danni della collina di Gimarra.

L’appello di fine dicembre
La Soprintendenza delle Marche ha risposto all’appello del comitato per la salvaguardia delle zone Trave Arzilla e Gimarra, allarmato per gli effetti che potrebbe produrre sul territorio il completamento dell’interquartieri programmato dall’amministrazione comunale. L’ente di tutela archeologica, delle belle arti e del paesaggio segnala che la strada in questione è già prevista nel Piano regolatore generale di Fano del 2009 e quindi ha già ricevuto un sostanziale parere favorevole sui piani archeologico e paesaggistico, salvo verificare il rispetto rigoroso dei vincoli nella fase concreta dell’intervento, di cui attualmente allo stesso ente non è pervenuto alcun progetto. La Soprintendenza, comunque, garantisce che svolgerà puntualmente la propria funzione perché siano osservati i vincoli di tutela ambientale posti a salvaguardia della zona a Nord del torrente Arzilla.

Con la missiva indirizzata venerdì scorso al comitato, la soprintendente Marta Mazza ha voluto rassicurare i promotori dell’istanza, pervenuta lo scorso 31 dicembre, che chiedevano di bloccare l’iter amministrativo della variante viaria di Gimarra paventando, con considerazioni di carattere ambientale, naturalistico, idrogeologico, storico e archeologico, il rischio di uno scempio nella città di Fano.

L'esigenza di un collegamento
Sul piano generale, la soprintendente Marta Mazza evidenzia «che la necessità di realizzare un collegamento tra Fano e Pesaro alternativo alla strada statale 16 ed al tracciato autostradale è problematica assai rilevante ed altrettanto spinosa che si protrae ormai da tempo, da amministrazione in amministrazione, senza aver trovato ancora concreta soluzione. Non sarebbe tematica così difficile se il territorio di Fano Nord, sia sulla costa che sulle colline, non fosse comunemente riconosciuto di valore e pertanto formalmente oggetto di tutela paesaggistica. Ciò che peraltro non esclude la coesistenza di importanti aspetti di tutela archeologica e monumentale».

I 20 milioni del Cipe
Riguardo ai 20 milioni di euro stanziati dal Cipe per una nuova strada di adduzione del traffico verso l’ospedale unico di Marche Nord a Muraglia (per quanto politicamente la finalità sanitaria sia superata dalla volontà espressa dal nuovo governo regionale, deliberata in consiglio, di cancellare gli ospedali unici), la soprintendente delle Marche sottolinea che il tema «se adeguatamente gestito, potrebbe concretamente rappresentare un’opportunità per la comunità fanese per organizzare le trasformazioni del proprio territorio con la finalità di risolvere i problemi su richiamati».

Precisando che l’ufficio non ha ancora ricevuto «alcuna proposta progettuale, sia essa anche solo di fattibilità», Marta Mazza rileva, nel passaggio più significativo della risposta, che «il tracciato di cui trattasi risulta viceversa inserito nelle previsioni del Prg del 2009, per il quale le Soprintendenze archeologica e architettonica/paesaggistica con due pareri distinti (prot. 6905 del 13/06/2007 e 6921 del 14/07/2007), rinviando ad un più puntuale rispetto dei vincoli esistenti verificabile durante le fasi esecutive degli interventi complessivamente previsti, hanno sostanzialmente espresso parere favorevole».

Promotori rassicurati
«Cionondimeno - puntualizza la soprintendente -, non solo perché se ne riconosce la rilevanza, si vuole rassicurare codesto comitato sulla conoscenza e l’interessamento costante che la scrivente ha posto relativamente alla problematica di cui trattasi». Marta Mazza assicura che la Soprintendenza eserciterà il proprio ruolo di vigilanza «allorquando verrà direttamente interpellata sulla base di istanze formali che, costituendo approfondimenti progettuali rispetto al tracciato già previsto da Prg, potranno consentire in concreto la valutazione del grado di compatibilità della proposta con i valori salvaguardati dal provvedimento di tutela» della zona a Nord del torrente Arzilla.

Riguardo all'aspetto archeologico, la soprintendente delle Marche illustra la procedura che obbliga alla ricognizione delle emergenze presenti per la valutazione preventiva del rischio archeologico dell'area dell'intervento. «Sulla base di questo documento - segnala Marta Mazza -, la Soprintendenza ordinerà indagini archeologiche puntuali che determineranno, a seguito dei loro esiti, valutazioni e prescrizioni» che possono anche modificare il progetto.

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