Truffa alla Rocca, la Pro Loco di Sassocorvaro: «Il presidente dimissionario rieletto dai soci. Ecco perché è stato condannato»

Truffa per la Rocca, la Pro Loco di Sassocorvaro: «Il presidente dimissionario rieletto dai soci. Ecco perché è stato condannato». Nella foto la Rocca ubaldinesca
Truffa per la Rocca, la Pro Loco di Sassocorvaro: «Il presidente dimissionario rieletto dai soci. Ecco perché è stato condannato». Nella foto la Rocca ubaldinesca
4 Minuti di Lettura
Lunedì 4 Dicembre 2023, 04:20 - Ultimo aggiornamento: 8 Dicembre, 10:49

SASSOCORVARO - La Pro loco di Sassocorvaro, attraverso il tesoriere Orfeo Mazza, interviene sulla vicenda della condanna del presidente dell’associazione Roberto Brugnettini per truffa continuata al Comune in relazione alla gestione della Rocca ubaldinesca.

«Nessuna cappa di silenzio»

«Nessuna cappa di silenzio sulla Rocca ubaldinesca - si legge nella nota -, perché la vicenda è stata illustrata all’assemblea dei soci Pro loco del 13 novembre, dove il presidente Roberto Brugnettini ha rimesso il suo mandato ai soci, che all’unanimità (48 voti) gli hanno rinnovato la fiducia. Sull’esposto presentato da Graziano Bondioli va precisato che sono stati ben 5 gli esposti, per cui la Guardia di finanza ha indagato per due anni sui conti della Pro loco (2018-2019-2020), producendo un dossier di 800 pagine. A indagine chiusa, la stessa accusa ha chiesto l’archiviazione; è il timbro di regolare gestione degli ingressi della Rocca». 

«Fatti di lieve entità»

«Sul decreto penale di condanna, con pena sospesa, emesso verso il presidente, va detto - sottolinea la Pro loco - che si applica a fatti di lieve entità, sanzionabili con una multa, senza svolgimento del processo, e riguarda il bookshop, per 3.080 euro.

Tale attività è gestita, da sempre, in totale autonomia dalla Pro loco, che scrive i libri, li fa stampare, paga le fatture con fondi propri, li vende con suoi volontari; nessun intervento del Comune di Sassocorvaro Auditore. Nel decreto si dice che l’incasso delle vendite spettava al Comune. Come può essere che la Pro loco lavora e paga e il Comune ottiene i ricavi? Ecco perché sorprende l’accusa e la condanna per truffa al Comune, che nulla fa per il bookshop, quindi mai avrebbe potuto rivendicare gli introiti».

«Un errore contabile»

«Circa la spesa di 640 euro per accompagnatori Rocca - continua l’associazione -, nel bilancio Pro loco ma pagata dal Comune, è stato un errore contabile, indotto perché il rimborso agli accompagnatori di regola è pagato dalla Pro Loco. Tale importo, assai modesto sul bilancio annuo di 80.000 euro circa, è compensato dalle tante spese minute, non contabilizzate, necessarie per gli eventi organizzati dalla Pro loco».

«Il decreto di condanna - riconosce l’associazione - era impugnabile, con probabile successo, ma avrebbe comportato ingenti spese legali e processuali e l’esposizione della Pro loco per i lunghi tempi del processo. Dato che la multa è sospesa, senza effetti concreti, si è preferito rinunciare al processo. E allora, per dirla con William Shakespeare: molto rumore per (quasi) nulla? Sempre per onor di verità, è falso che la Pro Loco ha estromesso i soci Graziano Bondioli e Paola Tiberi; si sono dimessi sbattendo la porta e rifiutando drasticamente ogni rapporto».

Le critiche alle ex guide

Riguardo al tentativo di ricucire lo strappo, l’associazione sostiene le due ex guide avrebbero carpito in modo scorretto, con un registratore nascosto, alcune «dichiarazioni compromettenti» dall’incaricato Pro loco usate per una querela. «Già il pubblico ministero ha ritenuto che non c’è stata alcuna minaccia, semmai è stata Tiberi a usare frasi provocatorie», rileva la Pro loco. «In seguito i due hanno chiesto di rientrare nella Pro loco - precisa l’associazione -; domanda respinta dal consiglio direttivo, poi dall’assemblea dei soci con 46 voti su 48 (1 nullo)».

Il reato si estingue in 5 anni

Riguardo al decreto penale di condanna a 9.950 euro di multa, comunque, va precisato che la sospensione condizionale concessa dal giudice su richiesta del pm riguarda l’esecuzione della pena (ovvero il pagamento della multa), in mancanza di opposizione il decreto penale di condanna è diventato irrevocabile. Tuttavia, non ha efficacia di giudicato nel giudizio civile o amministrativo. Nel caso specifico di truffa, il reato si estingue se entro 5 anni il condannato non commente un delitto della stessa indole, inoltre la condanna non risulta dal casellario giudiziale richiesto dai privati.

© RIPRODUZIONE RISERVATA