Il marito, finito a processo, è accusato di aver fatto leva proprio su questi aspetti per riavere 3mila euro. Minacce che sarebbero avvenute di persona e per telefono, con espressioni come «se non mi dai quei soldi, finisce male, ti succede qualcosa ma non è colpa mia» o ancora «se non me li dai faccio in modo che li porti piangendo da me». Poi il ricatto del costume. Dopo mesi di minacce, la moglie, che era già fuggita all’estero insieme alle figlie, è riuscita a denunciare il fatto alle forze dell’ordine.
In carcere
L’imputato era finito in carcere a Villa Fastiggi per scontare una condanna, diventata definitiva, per maltrattamenti nei confronti della moglie. Fatti che risalgono al 2020 e per i quali il 32enne era stato arrestato, poi messo ai domiciliari e infine condannato. Oggi è in semilibertà. La donna si è costituita parte civile assistita dall’avvocato Annunziata Cerboni Bajardi che ha chiesto 20 mila euro di risarcimento. L’imputato nega gli addebiti ed è difeso dall’avvocato Carlo Luigi Santilli che ha presentato una eccezione circa la non punibilità del coniuge nel caso in cui i reati sono contro il patrimonio. L’eccezione è stata accolta e il processo si è chiuso con la non punibilità dell’uomo. pubblico ministero e parte civile sono pronti a fare appello.
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