FANO – Sfrontati perché si muovono in gruppo: fanno leva sul loro essere numerosi. Ed esuberanti, per usare un eufemismo. Di quell’inquietudine che può attanagliare chi provenga da famiglie difficili o assenti. Ma non è una regola, sia chiaro. I gruppi dei tipi tosti arruolano anche tra i figli di nuclei familiari più attenti. Le parole del dirigente scolastico Samuele Giombi, allarmato dall’assidua presenza in centro storico di minorenni con atteggiamenti di sfida, musica a palla e bottiglia di birra in mano, hanno rilanciato il dibattito sulla questione sempre più pressante del disagio giovanile. Sempre più pressante in genere in Italia e Fano non è un’eccezione, ma ha il vantaggio di essere una città che per dimensioni e cultura agevola ancora il controllo sociale e delle forze dell’ordine. Certo è che in questi ultimi tempi ci sono stati episodi che hanno suscitato scalpore, come l’aggressione alla rocca Malatestiana ai danni di due giovani, ora entrambi maggiorenni, dei quali uno aveva lo smalto scuro sulle unghie delle mani. Oppure i fatti di Halloween a Sant’Orso, quasi tre anni fa, o le incursioni di ragazzi terribili al Poderino solo per fare alcuni esempi. Risulta però che personale del commissariato, carabinieri e polizia locale abbiano individuato i più agitati e che tengano sotto controllo la situazione con interventi ciclici nelle zone a maggiore rischio potenziale, perché più frequentate da ragazzi dai 15 ai 18 anni, come rocca Malatestiana, Pincio, corso Matteotti e zone mare. In alcuni casi si tratta di servizi straordinari con il ricorso all’unità cinofila, perché il disagio può associarsi all’abuso di sostanze stupefacenti, oltre che di alcool.
Il disagio
A Fano la situazione si rende più evidente rispetto ai centri più piccoli, essendo un punto di attrazione anche per i minori e per i giovani delle vallate retrostanti. «Il disagio giovanile – afferma l’assessore comunale Dimitri Tinti – richiede una prevenzione sotto traccia, discreta, creando luoghi dove i giovani trovino spazi e possano esprimersi.
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