Fano, ragazzini bulli da fermare prima che sia troppo tardi. L'assessore Tinti replica al preside Giombi: «Facciamo prevenzione sotto traccia»

Fano, ragazzini bulli da fermare prima che sia troppo tardi. L'assessore replica al preside: «Serve prevenzione sotto traccia»
Fano, ragazzini bulli da fermare prima che sia troppo tardi. L'assessore replica al preside: «Serve prevenzione sotto traccia»
di Osvaldo Scatassi
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Martedì 25 Luglio 2023, 02:15 - Ultimo aggiornamento: 13:00

FANO – Sfrontati perché si muovono in gruppo: fanno leva sul loro essere numerosi. Ed esuberanti, per usare un eufemismo. Di quell’inquietudine che può attanagliare chi provenga da famiglie difficili o assenti. Ma non è una regola, sia chiaro. I gruppi dei tipi tosti arruolano anche tra i figli di nuclei familiari più attenti. Le parole del dirigente scolastico Samuele Giombi, allarmato dall’assidua presenza in centro storico di minorenni con atteggiamenti di sfida, musica a palla e bottiglia di birra in mano, hanno rilanciato il dibattito sulla questione sempre più pressante del disagio giovanile. Sempre più pressante in genere in Italia e Fano non è un’eccezione, ma ha il vantaggio di essere una città che per dimensioni e cultura agevola ancora il controllo sociale e delle forze dell’ordine.  Certo è che in questi ultimi tempi ci sono stati episodi che hanno suscitato scalpore, come l’aggressione alla rocca Malatestiana ai danni di due giovani, ora entrambi maggiorenni, dei quali uno aveva lo smalto scuro sulle unghie delle mani. Oppure i fatti di Halloween a Sant’Orso, quasi tre anni fa, o le incursioni di ragazzi terribili al Poderino solo per fare alcuni esempi. Risulta però che personale del commissariato, carabinieri e polizia locale abbiano individuato i più agitati e che tengano sotto controllo la situazione con interventi ciclici nelle zone a maggiore rischio potenziale, perché più frequentate da ragazzi dai 15 ai 18 anni, come rocca Malatestiana, Pincio, corso Matteotti e zone mare. In alcuni casi si tratta di servizi straordinari con il ricorso all’unità cinofila, perché il disagio può associarsi all’abuso di sostanze stupefacenti, oltre che di alcool.

Il disagio

A Fano la situazione si rende più evidente rispetto ai centri più piccoli, essendo un punto di attrazione anche per i minori e per i giovani delle vallate retrostanti. «Il disagio giovanile – afferma l’assessore comunale Dimitri Tinti – richiede una prevenzione sotto traccia, discreta, creando luoghi dove i giovani trovino spazi e possano esprimersi.

Detto che non si può arrivare dappertutto, perché gli operatori dell’animazione sociale territoriale sono solo quattro, ritengo che l’operato delle istituzioni sia tanto più efficace quanto riesca ad attuare il gioco di squadra. Ognuno per le rispettive competenze: servizi sociali, forze dell’ordine e sistema scolastico. Devo dire che, sotto questo punto di vista, l’interazione è già stata avviata ed è frequente. Anche la famiglia ricopre un ruolo fondamentale». E a proposito degli spazi per il protagonismo dei ragazzi e dei loro coetanei con qualche anno in più, Tinti porta l’esempio delle iniziative promosse dal tavolo dei giovani: «Il contest musicale alla rocca Malatestiana, alla seconda edizione, per gruppi, solisti e deejay. Poco prima, al don Orione, il torneo sportivo che ha coinvolto oltre settanta ragazzi dai 14 ai 19 anni. Poi le attività laboratoriali e i progetti per rigenerare alcune aree urbane come appunto Pincio e rocca, che a Fano hanno coinvolto 42 giovani, 120 in tutto l’ambito sociale. Alcuni ragazzi hanno per esempio lavorato per migliorare i beni comuni, tinteggiando ringhiere e cancelli di due scuole». 

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