I rischi
«Gli interventi per il trapianto che dovrò affrontare non sono privi di rischi – dichiara Maurizio -. Il trapianto è un intervento rilevante, dovranno staccare lo sterno da tutte le aderenze che ci sono dopo 4 interventi». Ora Maurizio è al Santa Maria della Misericordia di Urbino perché «non ne potevo più dal dolore. Le operazioni precedenti mi hanno lasciato problemi gravi. La ferita continua a rilasciare pus in abbondanza. Mi medicano due volte al giorno. Sto attendendo risposte da alcune analisi. Qui al pronto soccorso ci sono solo barelle non esistono letti».
La vicenda sanitaria di Maurizio inizia lo scorso anno. «Mi sento anche fortunato - sottolinea -. Per una gamba gonfia, sono venuto al pronto soccorso di Urbino, pensavo che fosse un trombo, invece mi hanno trovato le vene chiuse.
La consulenza
Da un foro del drenaggio continuava a uscire pus. «Torno in ospedale per una consulenza. Mi dicono che occorrerà operare di nuovo. A Torrette quattro giorni: non mi hanno fatto nulla perché tutto si sarebbe sistemato da solo». Trascorrono i mesi ma il dolore resta. «Vado a Cotignola per una visita e mi dicono che tutto il ferro che mi hanno messo preme in qualche nervo e dà dolore alla schiena. Mi ricoverano a Bologna e operandomi è uscito il mondo tra ferro e pus. Tanti antibiotici ma i reni stavano rovinandosi. Ho preso un batterio che si è annidato e mi ha provocato osteomielite. Ce l’ho dentro le ossa e nessun antibiotico può agire. L’unica cosa è il trapianto. Avrei dovuto farlo a gennaio. Ora a Padova. Dovrei accelerare tutto. Potrei partire solo fra 15 giorni se va bene. Ma devo sottopormi ad altri test fondamentali. Intanto, sono in attesa qui in osservazione, su una barella».