Nuova piscina di Fano, il disagio dei disabili: il gestore nega preclusioni ma in 60 restano fuori per la sostituzione di un istruttore

Nuova piscina, il disagio dei disabili: il gestore nega preclusioni ma in 60 restano fuori per la sostituzione di un istruttore. Nella foto la vasca principale dell'impianto di via Mattei
Nuova piscina, il disagio dei disabili: il gestore nega preclusioni ma in 60 restano fuori per la sostituzione di un istruttore. Nella foto la vasca principale dell'impianto di via Mattei
di Osvaldo Scatassi
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Mercoledì 6 Marzo 2024, 02:00 - Ultimo aggiornamento: 7 Marzo, 08:21

FANO Bella la nuova piscina, ma secondo diverse famiglie fanesi non è accogliente per i loro figli, dei ragazzi con disabilità. La protesta ha fatto capolino dalla pagina Facebook La Fano che ci piace o non ci piace. In alcuni casi con toni accalorati, in altri con lo spirito graffiante dell’ironia, distinguendo tra chi si è già tuffato in vasca e chi, invece, finora è rimasto all’asciutto. 

L'associazione sportiva

Una questione che sembra riguardare gli iscritti a una singola associazione sportiva, impegnata anche in corsi base di avviamento al nuoto (in totale una sessantina di persone), e che chiama in causa l’amministrazione comunale, cui è richiesto un intervento risolutivo per appianare la situazione.

«La gestione dell’impianto attua in modo scrupoloso le prescrizioni che l’ente locale, il vigile garante della situazione, ha inserito nel bando di gara», afferma Giorgio Ricci, il presidente di Fanum Fortunae Nuoto, aggiungendo: «La piscina è aperta a tutti e lo sport inclusivo è un fiore all’occhiello delle varie attività che vi si svolgono».

Insieme con l’emiliana Pool 4.0, Fanum Fortunae Nuoto compone l’associazione di imprese cui è stato affidato per 15 anni il nuovo centro natatorio costruito da Fondazione Carifano in via Mattei, vicino alla zona aeroportuale, investendo 7 milioni e 250.000 euro.

L'altra versione

Ricci segnala dunque una versione dei fatti diversa rispetto alla protesta su Facebook, condensabile in un punto saliente: le famiglie di numerosi ragazzi con disabilità, che finora hanno usufruito degli spazi acqua nella piscina Dini Salvalai a Sant’Orso, non sembrano disposte a frequentare la nuova struttura, se ciò comporti di rinunciare all’attuale istruttore.

La brusca interruzione di un rapporto fiduciario e di affetto, che si è consolidato nel tempo, avrebbe a giudizio dei genitori ripercussioni negative sui loro figli.

«Un paio di anni fa - risponde Ricci - tutte le associazioni del nuoto fanese sono state invitate dall’amministrazione locale a trovare un accordo per la gestione della nuova piscina e come capocordata fu individuata Fanum Fortunae Nuoto. Accordo trovato in dieci minuti, tranne che con una sola associazione per una serie di motivi.

I genitori che protestano, dovrebbero invece chiedere spiegazioni all’associazione cui sono iscritti i loro figli. Sono con noi Aispod, coinvolta in un progetto di nuoto inclusivo, e presto lo sarà anche Asi. Le condizioni restano immutate rispetto alla Dini Salvalai, sono esentate da qualsiasi tariffa le persone alle quali sia stato riconosciuto il 100 per cento di invalidità, mentre paga la metà un eventuale accompagnatore. Tariffa ridotta, invece, per le persone con invalidità dal 75 al 99 per cento».

Abbonamenti non rimborsabili

La protesta sui social lamenta inoltre un mancato preavviso tempestivo sull’imminente chiusura della Dini Salvalai. Considerando che degli abbonamenti erano già stati pagati e che ora sono definiti non rimborsabili, sarebbe stato gradito se la stagione natatoria si fosse conclusa nell’impianto a Sant’Orso. Il ferro è molto caldo e appare assai probabile, a questo punto, che le famiglie si facciano sentire con l’amministrazione comunale.

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