Perseguita la ex (anche) su Youtube: violenze e intimidazioni tramite dei video, 50enne pesarese nei guai

Perseguita la ex (anche) su Youtube: violenze e intimidazioni tramite dei video, 50enne pesarese nei guai. Il Tribunale di Pesaro
Perseguita la ex (anche) su Youtube: violenze e intimidazioni tramite dei video, 50enne pesarese nei guai. Il Tribunale di Pesaro
di Luigi Benelli
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Giovedì 27 Ottobre 2022, 01:30 - Ultimo aggiornamento: 16:58

PESARO I video postati su Youtube dove la minacciava, gli appostamenti e i tentativi di entrare in casa sua. E’ stato rinviato a giudizio un 50enne pesarese accusato di atti persecutori nei confronti della sua ex fidanzata, una pesarese di 42 anni. Una storia durata quattro anni, con qualche tira e molla, interrotta definitivamente dalla donna. A quel punto lui ha iniziato a mostrare atteggiamenti “morbosi” e ossessivi 


L’escalation


Le minacce erano continue. «Prima o poi ti vengo a trovare direttamente dove lavori. Adesso puoi morire dopo avermi fatto perdere quattro anni». Una escalation di minacce culminate in una ventina di telefonate al giorno. «Non puoi fuggire, te la faccio pagare» le diceva. E ancora: «Quando meno te lo aspetti mi trovi dove non immagini nemmeno, ti si può fermare la macchina quando meno te lo aspetti». Fino a frasi come: «Se ti becco con qualcuno non so se tornate a casa con le vostre gambe, non è una minaccia, è una promessa». Perché «ormai non ho più niente da perdere». Il tutto condito da appostamenti sotto casa della donna che piombava in uno stato d’ansia e frustrazione.

E c’erano anche i video su Youtube. Lui si faceva la barba col rasoio e le diceva: «prima di finire in galera…». A volte però le chiedeva piangendo di ritornare insieme. Poi le aveva lasciato degli oggetti utilizzati per il lavoro davanti al portone. Li aveva distrutti. Così secondo l’accusa aveva tentato di entrare in casa forzando le persiane. In una mail le diceva che le avrebbe devastato la faccia. «Solo quando sarai morta». 


La posta


Oltre 200 mail con minacce e ingiurie, anche inviate da caselle di posta anonime. Ricevette solo una risposta: quella in cui la donna gli prospettava l’idea di querelarlo per farlo smettere. «Ti rompo la schiena, ti ammazzo a martellate, io ti disintegro e poi spargo i pezzi. Condoglianze». A maggio ci fu l’arresto, quando lui tentò di entrare in casa della ex che chiamò le forze dell’ordine.  La donna temeva per la propria incolumità tanto da avere attacchi d’ansia e tenere le serrande chiuse anche di giorno, fino a rifugiarsi a casa di un’amica. L’uomo era finito ai domiciliari con braccialetto elettronico dove è tutt’ora.  Ieri è stato proposto un patteggiamento a 20 mesi che dovrà essere valutato da giudice e probabilmente riformulato. La donna si è costituita parte civile tramite l’avvocatessa Cristiana Cicerchia che ha chiesto 30mila euro di risarcimento.

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