Non solo appostamenti e pedinamenti: colpisce anche la sua ex fidanzata con il taser sulla pancia

Non solo appostamenti e pedinamenti: colpisce anche la sua ex fidanzata con il taser sulla pancia
di Luigi Benelli
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Giovedì 13 Luglio 2023, 07:28 - Ultimo aggiornamento: 13:17

PESARO  - Telefonate, appostamenti, pedinamenti. Ma soprattutto una scarica di taser sulla pancia della ex. Sentenza con rito abbreviato ieri davanti al Gup per un 30enne di Rimini, dipendente di un supermercato, agli arresti domiciliari per questo fatto. A denunciarlo è stata la sua ex convivente, una 30enne pesarese, operatore socio sanitario all’ospedale San Salvatore.

I fatti risalgono all’inizio del 2022.

Tutto era iniziato quando lei aveva deciso di lasciarlo e di tornare a vivere con i genitori a Pesaro. Lui però quella separazione non l’aveva accettata. Così aveva cercato di farsi vivo, nonostante i rifiuti della donna. Il 30enne si è fatto sempre più pressante e violento. Fino al giorno in cui si apposta sotto casa di lei e l’aveva aggredito con quell’oggetto elettrico, un taser. Lei lo aveva denunciato e l’ex era stato colpito da divieto di avvicinamento. Lui però non l’aveva rispettato tornando ad avvicinarla, fino a finire in manette. E a processo per atti persecutori e lesioni. Ieri il pubblico ha chiesto 3 anni e il giudice lo ha condannato a 2 anni e 8 mesi. La pesarese si è costituita parte civile, assistita dall’avvocato Eva Ragaini. Il giudice ha stabilito un risarcimento di 9000 euro. 


Altro caso


Altro caso di molestie quello di un nigeriano di 32 anni che aveva avvicinato una donna russa di 47 al parco Miralfiore nel febbraio del 2022. Lei era intenta a fare ginnastica sul prato quando lui l’aveva avvicinata e si era rivolto in modo scurrile: «Quanto prendi?. Frasi ripetute più volte tanto da costringere la donna ad andarsene e a chiamare le forze dell’ordine prima di riparare nel bar del parco, al sicuro. Il giovane era stato identificato e denunciato per molestie. Ieri davanti al Gup, assistito dall’avvocatessa Maria Elena Cortiglioni, ha richiesto una messa alla prova. Farà lavori socialmente utili per estinguere il reato.
 

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