«Mia figlia ridotta a fare la schiava». Ancona, da ex a stalker violento: condannato

Il tribunale di Ancona ha condannato l’imputato a 10 anni
Il tribunale di Ancona ha condannato l’imputato a 10 anni
di Federica Serfilippi
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Mercoledì 13 Dicembre 2023, 02:30 - Ultimo aggiornamento: 14 Dicembre, 08:28

ANCONA Botte e minacce alla ex fidanzata: condannato a otto mesi per stalking. La sentenza nei confronti di un fabrianese di 24 anni è stata emessa ieri mattina dal giudice Carlo Cimini. La pena sospesa è subordinata alla frequentazione di un percorso riabilitativo dedicato agli uomini che commettono reati da Codice Rosso. La condanna è stata stabilita anche per un amico del 24enne: dovrà pagare 400 euro per il reato di minacce. Alla vittima, una 22enne parte civile con l’avvocato Marco Polita, andrà una provvisionale di 3.500 euro. Si era dovuta trasferire in un’altra regione, l’Abruzzo, per cambiare vita e, ha detto lei, sfuggire alle persecuzioni.

I fatti

Nel corso del dibattimento è stata la mamma della vittima a raccontare i fatti, avvenuti a Fabriano tra maggio e settembre 2022, periodo che comprende la rottura della relazione tra la figlia e l’imputato.

La ragazza, all’epoca dei fatti, gestiva un bar. Pur non mettendo in fila gli episodi finiti nel mirino della procura, la testimone aveva riportato il clima di terrore vissuto dalla ragazza in quel periodo. «Veniva continuamente pedinata con la macchina - aveva detto - minacciata e picchiata dall’imputato. Lei in quel momento era incinta, ma le cose con il fidanzato non andavano più bene».

La tensione

Nella querela sporta alle forze dell’ordine, la donna aveva detto che la figlia si era ridotta «a fare la schiava». «Sì - aveva ribadito in udienza, rispondendo alle domande del pm - perché lui le impediva di fare tutto e di uscire. Lei non poteva più muoversi da casa». Gli episodi di violenza fisici: «Mi ricordo che un giorno mi ha raccontato di essere stata sbattuta contro il muro di un giardino, si era fatta male alla testa e alla schiena». L’imputato, così come riportato dalla testimone, avrebbe avuto reazioni discordanti alla notizie della compagnia incinta. «Se abortisci ti ammazzo» la frase riportata in udienza della mamma della vittima e attribuita al 24enne. Sempre lui: «Ammazzo te e tuo figlio».

A luglio 2022, la perdita del bimbo che la coppia stava aspettando. «All’ospedale i medici dissero - sempre la mamma della vittima - che c’era stato un distacco della placenta a causa dello stress che mia figlia aveva subito». Poi, il trasferimento in un’altra regione. «Ci siamo dovuti trasferire e dare in gestione il bar a novembre 2022. Anche lontano da Fabriano, mia figlia aveva paura ad uscire di casa, era terrorizzata che potesse rivedere il suo ex». L’imputato, difeso dall’avvocato Ruggero Benvenuto, ha sempre rigettato ogni contestazione: per lui la procura aveva chiesto un anno e mezzo di carcere. Quasi scontato il ricorso in appello.

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