Lo stato dei fatti
Gli uffici di Servizi sociali e Ambito sociale territoriale sono sotto pressione e ricevono una mole di telefonate di nuclei o singoli soggetti disorientati per l’avvio della fase di superamento della misura. Utenti, ci dice Roberto Drago, coordinatore dell’Ambito sociale territoriale, che sono stati avvisati tramite un sms inviato da Inps.
«Si naviga a vista - commenta Pandolfi - e per l’Ambito che gestisce la misura si tratta di una mole di lavoro importante a cui fronteggiare. I percettori del reddito sono circa 4mila in tutto il comprensorio dell’Ambito su sette comuni divisi fra singoli e nuclei familiari, di cui 2.400 rientrano nella gestione Sociale e d’Ambito mentre i restanti sono a carico del Centro per l’Impiego. Ad oggi sappiamo che quei 2mila percettori rimarranno a carico dell’Amministrazione fino al 31 dicembre, periodo di cessazione definitiva del reddito, mentre ci troviamo in queste ore a rispondere alla confusione e alla contrarietà di chi da 48 ore ne è escluso».
«Primo passo che dovrà accompagnare alla revoca della misura- precisa l’assessore- sarà l’attivazione di uno sportello ad hoc informativo e di consulenza, che presumibilmente aprirà a inizio autunno e che rimarrà operativo fino a dicembre.
L’operatività
Già martedì prossimo annuncia il coordinatore dell’Ats Drago, è fissato un primo incontro organizzativo e tecnico. «Prima di Ferragosto - anticipa- dovremo decidere come affrontare i casi più a rischio e l’emergenza è accompagnare utenti e famiglie a dicembre quando arriverà l’assegno di inclusione». In questo momento, confermano dagli uffici sono attivi due numeri telefonici per la risposta in urgenza ai primi quesiti, sulla base delle singole situazioni in scadenza e senza più sostegno economico. «Attendiamo le circolari dal Ministero e Inps- precisa Pandolfi - utili a capire come organizzare e fare funzionare lo sportello e come attivare le misure di qui a fine anno». Tanta confusione anche al Centro per l’Impiego che sta dirottando informazioni e prese in carico. Come prevede la riforma infatti questi stessi soggetti dovranno avviare con gli uffici del Job, il supporto formazione e lavoro che avrà una durata massima di 12 mesi.
La formazione
«Incontreremo in prima battuta i referenti del Job e le assistenti sociali ma non dello staff comunale bensì di un apposito staff creato a suo tempo - spiega Pandolfi- per dare risposta ai 1600 utenti esclusi. L’onda di protesta che sta arrivando ai Comuni e anche al Comitato dei sindaci prende in esame situazioni trasversali di percettori che hanno appena perso il contributo e che lo percepivano come soggetti che avevano perso il proprio lavoro o ancora nella fase di ricerca».