Pesaro, stop al reddito di cittadinanza. Comune e Ast sommersi di telefonate e richieste d'aiuto. L'assessore Pandolfi: «Coinvolte 4mila persone»

L'assessore Luca Pandolfi
L'assessore Luca Pandolfi
di Letizia Francesconi
3 Minuti di Lettura
Giovedì 3 Agosto 2023, 03:20 - Ultimo aggiornamento: 12:07
PESARO Reddito di cittadinanza addio entro il 2023 ma già dal primo agosto alcune categorie di nuclei familiari hanno cessato di percepire il contributo. Ciò riguarda tutti quei casi dove uno dei componenti della famiglia sia considerato occupabile e quindi in condizione di lavorare, e nel caso in cui non siano stati nel frattempo presi in carico dai servizi sociali del Comune. Si apre anche in città la fase due verso il superamento definitivo della misura assistenzialistica. A parlarne e anticipare il percorso che sta per essere attuato dalle prossime settimane, è Luca Pandolfi assessore ai Servizi Sociali e alla Solidarietà. 


Lo stato dei fatti


Gli uffici di Servizi sociali e Ambito sociale territoriale sono sotto pressione e ricevono una mole di telefonate di nuclei o singoli soggetti disorientati per l’avvio della fase di superamento della misura. Utenti, ci dice Roberto Drago, coordinatore dell’Ambito sociale territoriale, che sono stati avvisati tramite un sms inviato da Inps. 
«Si naviga a vista - commenta Pandolfi - e per l’Ambito che gestisce la misura si tratta di una mole di lavoro importante a cui fronteggiare. I percettori del reddito sono circa 4mila in tutto il comprensorio dell’Ambito su sette comuni divisi fra singoli e nuclei familiari, di cui 2.400 rientrano nella gestione Sociale e d’Ambito mentre i restanti sono a carico del Centro per l’Impiego. Ad oggi sappiamo che quei 2mila percettori rimarranno a carico dell’Amministrazione fino al 31 dicembre, periodo di cessazione definitiva del reddito, mentre ci troviamo in queste ore a rispondere alla confusione e alla contrarietà di chi da 48 ore ne è escluso». 
«Primo passo che dovrà accompagnare alla revoca della misura- precisa l’assessore- sarà l’attivazione di uno sportello ad hoc informativo e di consulenza, che presumibilmente aprirà a inizio autunno e che rimarrà operativo fino a dicembre.

Si dovrà capire come gestire il lasso di tempo che intercorre fra la perdita del reddito e le altre misure alternative che prenderà il Governo sulle fragilità».


L’operatività


Già martedì prossimo annuncia il coordinatore dell’Ats Drago, è fissato un primo incontro organizzativo e tecnico. «Prima di Ferragosto - anticipa- dovremo decidere come affrontare i casi più a rischio e l’emergenza è accompagnare utenti e famiglie a dicembre quando arriverà l’assegno di inclusione». In questo momento, confermano dagli uffici sono attivi due numeri telefonici per la risposta in urgenza ai primi quesiti, sulla base delle singole situazioni in scadenza e senza più sostegno economico. «Attendiamo le circolari dal Ministero e Inps- precisa Pandolfi - utili a capire come organizzare e fare funzionare lo sportello e come attivare le misure di qui a fine anno». Tanta confusione anche al Centro per l’Impiego che sta dirottando informazioni e prese in carico. Come prevede la riforma infatti questi stessi soggetti dovranno avviare con gli uffici del Job, il supporto formazione e lavoro che avrà una durata massima di 12 mesi. 


La formazione


«Incontreremo in prima battuta i referenti del Job e le assistenti sociali ma non dello staff comunale bensì di un apposito staff creato a suo tempo - spiega Pandolfi- per dare risposta ai 1600 utenti esclusi. L’onda di protesta che sta arrivando ai Comuni e anche al Comitato dei sindaci prende in esame situazioni trasversali di percettori che hanno appena perso il contributo e che lo percepivano come soggetti che avevano perso il proprio lavoro o ancora nella fase di ricerca».

© RIPRODUZIONE RISERVATA