Parto Covid al San Salvatore con l'ostetrica che però deve arrivare da Fano

L'ospedale San Salvatore
L'ospedale San Salvatore
di Letizia Francesconi
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Lunedì 9 Novembre 2020, 06:05

PESARO -  Una corsa in ambulanza nella notte fra sabato e domenica, dalla struttura ospedaliera di Macerata al Percorso partorienti Covid del San Salvatore per una partoriente risultata positiva al Covid. Alle 6.30 di ieri l’ostetrica di guardia al reparto Materno-Infantile di Fano, che è il Punto nascita per la provincia, (mentre dal maggio scorso il percorso partorienti Covid è punto di riferimento regionale) è stata chiamata con urgenza dal presidio di Pesaro per assistere al parto della futura mamma nell’area della palazzina F riservata alle gravidanze Covid. 

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Alle prime avvisaglie del travaglio l’ospedale di Macerata ha contattato il Punto nascita Covid Marche Nord con la richiesta di attivare con urgenza il medico di guardia pediatrica e l’ostetrica.

Non essendoci al San Salvatore in organico una guardia medica pediatrica Covid per la notte, è stato necessario chiamare l’ostetrica dal Santa Croce. Ossia portare in area “sporca” una professionista che lavora in un reparto e in un ospedale “pulito”. 


Una situazione che porta all’evidenza, come sostengono alcuni operatori e medici dell’unità operativa complessa di Ostetricia-Ginecologia, le problematiche nell’organizzazione del personale e nei trasferimenti in urgenza da un polo ospedaliero “pulito” come lo è il Santa Croce di Fano al presidio Covid del San Salvatore. Alla base di tutto, va ricordato, c’è la delibera regionale del 5 maggio scorso che aveva istituito il Percorso regionale Covid per le partorienti trasferendolo dalla precedente struttura ospedaliera Covid di Civitanova. Però senza considerare che a Pesaro non c’è più il reparto Materno infantile. E’ proprio questa criticità che medici, operatori sanitari e parti sociali intendono portare all’attenzione dell’azienda ospedaliera Marche Nord. 

Ora la neo mamma con il suo bambino stanno bene e si trovano nelle sale del Percorso Covid, che ha quattro posti letto. Ma nel corso dei prossimi giorni altre sono le partorienti in arrivo a Pesaro, provenienti dalle strutture ospedaliere di Ancona, Porto Recanati, Ascoli o Macerata. Dal 23 maggio a oggi sono circa 10 i parti avvenuti nella percorso Covid. Ma da circa una ventina di giorni i numeri sono sensibilmente aumentati per i trasferimenti delle partorienti dal sud delle Marche, cisì che le ostetriche sono chiamate a gestire una situazione a cui risponde un numero inadeguato di personale specificatamente formato per le esigenze del Percorso partorienti Covid di Pesaro. 
Al Punto nascita del Santa Croce di Fano al momento operano due medici di guardia, due infermieri e due ostetriche di turno. Il problema resta però il Punto regionale Covid partorienti voluto dall’Azienda ospedaliera e i cui problemi segnalati dal personale interno, sarebbero già noti alla direzione Marche Nord. 

Al Percorso partorienti del San Salvatore ad oggi non c’è la presenza fissa di un medico di guardia attivo h24, dedicato alle sale parto Covid e non ci sarebbe neppure un vero e proprio reparto per la degenza medica. La presenza del medico di guardia notturna in quell’ala della palazzina F del San Salvatore copre infatti anche altri interventi e casistiche, che si presentano ma non è assegnato in supporto alle ostetriche. Ciò significa da alcune segnalazioni, che in uno dei turni di notte, l’ostetrica può trovarsi sola nelle sale partorienti Covid. Solo nel caso di un travaglio in corso Covid scatta il piano d’emergenza con l’attivazione del medico di Ginecologia reperibile o dell’ostetrica di guardia, che in quel caso si distaccano dal Punto nascita di Fano per spostarsi in emergenza al punto partorienti di Pesaro. Proprio come è accaduto nella notte fra sabato e domenica. 

L’attuale organizzazione del Punto nascita Covid di Pesaro e del reparto Materno Infantile del Santa Croce sarà uno dei temi da affrontare nel prossimo incontro fra azienda ospedaliera e le parti sociali del comparto sanità. Operatori e ostetriche chiedono più sicurezza e l’attivazione di un servizio di guardia medica fissa.

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