PESARO - Era stato sorpreso con le mani nella marmellata, mentre frugava nel fondo cassa del ristorante di Umberto Carriera, La Macelleria. La Polizia di Stato ha arrestato un 22enne egiziano responsabile di diversi furti ai danni di esercizi commerciali. Un vero incubo per gli esercenti, dettato dall’abilità e dalla spregiudicatezza del giovane straniero che nonostante le ripetute segnalazioni, non si è mai arreso.
Una serialità che ha allungato la sua permanenza in carcere. In particolare, gli investigatori della Squadra Mobile, dopo averlo rintracciato a Fano, hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti dello straniero, presente in Italia da diversi anni, ma attualmente senza una fissa dimora. Il giovane era stato già arrestato in flagranza di reato da una pattuglia della Squadra Volante della Questura, nella notte del 14 maggio scorso per il tentato furto aggravato poiché, a seguito della segnalazione di un cittadino, era stato sorpreso all’interno di un ristorante del centro città. Si trattava de La Macelleria, il ristorante di Carriera, imprenditore legato alla battaglia #ioapro.
I colpi
Attorno alle 3,20, l’egiziano aveva rotto la porta di ingresso ed era entrato nel locale di via delle Galigarie. Deve aver fatto rumore perché un residente aveva sentito il trambusto e si è subito preoccupato di dare l’allarme alla polizia. A lui viene attribuito il furto anche alla pizzeria Amalfitana, dopo aver compito un’effrazione per avervi accesso. Dopo l’udienza di convalida dell’arresto ed in attesa del processo, all’egiziano era stata applicata la misura cautelare del divieto di dimora a Pesaro. Ma come emerso la mattina seguente sono stati segnalati altri furti ai danni di esercizi commerciali cittadini. Il tempestivo intervento della Squadra Volante nella notte del 14 maggio e le successive attività d’indagine compiute dagli investigatori anche con il contributo del Gabinetto Provinciale di Polizia Scientifica, hanno permesso di raccogliere gli elementi necessari ad accertare le responsabilità dell’egiziano e di completare il quadro probatorio alla base della misura cautelare in carcere emessa dall’Autorità Giudiziaria.
L’indagine
In particolare, l’intervento della Polizia Scientifica ha permesso, inoltre, la raccolta e la successiva analisi delle impronte digitali, risultate appartenere proprio allo straniero.