Futuro sindaco di Pesaro: Vimini esce allo scoperto. «Niente primarie, nessuna corsa e sul piatto i risultati raggiunti in 5 anni»

Daniele Vimini
Daniele Vimini
di Silvia Sinibaldi
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Domenica 17 Dicembre 2023, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 11:40

PESARO Di rientro da Shanghai Daniele Vimini sceglie un lungo post su Facebook per dire che lui il sindaco lo farebbe volentieri, rimettendo la palla al centro dopo la disponibilità a candidarsi alla guida della città espressa da Andrea Biancani la scorsa settimana. Mentre le consultazioni con i componenti dell’assemblea comunale del Pd, chiamati a decidere se la candidatura alle prossime amministrative sarà di Andrea Biancani o dell’attuale vicesindaco e assessore alla Cultura stanno arrivando a conclusione, Vimini dice la sua.

«Cosa è utile»

Primo tema: rispettare il mandato dell’assemblea comunale che ha detto un no a larghissima maggioranza, alle primarie (rompersi le ossa non piace né a lui né a Biancani) : «Non credo sia utile che il partito democratico, che in una sua riunione ufficiale due mesi fa ha scelto di arrivare ad un nome condiviso a inizio 2024, anticipi ora in alcun modo decisioni o prese di posizione, rischiando di collocare il giusto ragionamento con gli alleati in un periodo in cui il quadro nazionale verso le Europee è ancora tutto in evoluzione».

Secondo tema: cosa voglio fare da grande: « Avrei voglia o sarei in grado da sindaco di accompagnarne il completamento, la rifunzionalizzazione e più n generale l’armonizzazione di una città che in questi anni abbiamo sempre più legato al coinvolgimento dei quartieri e al dialogo con gli altri comuni limitrofi e della provincia? Penso proprio di sì.

Scomparirei sull’Aventino se non me ne fosse data la possibilità? Sicuramente no».

«Cosa ho realizzato»

Terzo tema: cosa ho portato a casa (viaggiando): «Negli ultimi nove anni ho assunto un ruolo completamente amministrativo e istituzionale, sia per non condizionare un necessario ricambio al partito sia per dare più forza e trasversalità agli obiettivi che ci siamo dati al governo della città e che abbiamo con un certo successo raggiunto, dal riconoscimento Unesco, alla Capitale Italiana della Cultura passando per l’avere condotto le principali istituzioni culturali della città, Rof, Ente Olivieri e Mostra del Cinema su tutte a rilanci necessari, complessi e che oggi ne fanno dei veri e propri cardini riconosciuti a livello internazionale e soprattutto dalla città, da tutta la città».

«Fare squadra»

Quarto tema: metterci la faccia: «Negli ultimi anni e sempre in squadra ho lavorato anche alla più formidabile stagione di ottenimento di finanziamenti per la rigenerazione del tessuto urbano, rischiando e mettendo la faccia sulla quasi totalità degli obiettivi e delle progettazioni di edifici per l’abitare, per il lavoro e la cultura che porteranno nei prossimi anni a riqualificare almeno 6 palazzi storici che fino a qualche anno fa tutti pensavamo senza soluzioni di finanziamento».

Il gran finale

«Non ho mai chiesto nessuno dei ruoli che mi sono ritrovato a svolgere in questi anni, ma ho sempre accettato di fare la mia parte in una squadra, essendone onorato e a mia volta guidando e assegnando responsabilità ad altri. Così sarà anche questa volta, allo stesso modo non accetto che si voglia strumentalmente confondere uno stile o un fair play credo utile anche alla politica in generale per disinteresse o altro».

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