Coltello nel materasso e spaccio di pasticche in carcere: trasferta in tribunale per denuncia e condanna

Coltello nel materasso e spaccio di pasticche in carcere: trasferta in tribunale per denuncia e condanna
Coltello nel materasso e spaccio di pasticche in carcere: trasferta in tribunale per denuncia e condanna
di Luigi Benelli
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Sabato 9 Ottobre 2021, 04:10

PESARO - Il coltello dentro il materasso della cella del penitenziario. E un detenuto condannato per aver “spacciato” pasticche all’interno della casa circondariale. Ieri mattina in tribunale a Pesaro il caso di un detenuto nigeriano di 26 anni finito a processo per possesso abusivo di armi da taglio. Durante un’ispezione nella cella da parte degli agenti di polizia penitenziaria, il metal detector ha iniziato a suonare proprio in corrispondenza del letto.

La scoperta in un controllo

Si è scoperto che il materasso aveva uno strappo in cui era stato infilato all’interno un coltello di 16 centimetri, con lama di 6.

Tutto chiaramente proibito e molto pericoloso per gli equilibri del penitenziario. Di qui la denuncia e l’avvio del processo. Sentenza invece per un marocchino di 33 anni, difeso dal legale Salvatore Asole, accusato per aver ceduto a più persone pasticche di Suboxone. 

Farmaco simile al metadone

Si tratta di farmaco alternativo al metadone che ha un principio capace di dissuadere dall’uso di sostanze stupefacenti. Contiene infatti naxolone e buprenorfina, analgesici oppioidi. Tra l’accusa è aggravata dal fatto di averla compiuta in un penitenziario, quello di Pesaro. L’avvocato Asole aveva sollevato dei dubbi rispetto all’accusa perché il suo cliente disponeva di queste pasticche per una prescrizione medica. Secondo la difesa la cessione era dovuta a un ricatto e a delle minacce ricevute dal giovane. Il marocchino aveva bisogno di queste pasticche dunque, secondo la difesa, la cessione della sua dose giornaliera sarebbe stato un sacrificio.

I precedenti

Sarebbe stato quindi minacciato poi ha raccontato tutto. E’ stato condannato a 8 mesi. Non è la prima volta che si parla di spaccio all’interno della casa circondariale. Dal caso dei baci appassionati tra fidanzati che si scambiavano la droga con la bocca, fino alla marijuana portata nel reggiseno da cedere al proprio compagno. Fatti che hanno portato ad arresti e successivi processi. 

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