Carcere di Pesaro: casi positivi in continua crescita, adesso sono 58

L'ingresso del carcere di Pesaro
L'ingresso del carcere di Pesaro
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Venerdì 2 Aprile 2021, 16:03 - Ultimo aggiornamento: 16:04

PESARO - Numeri Covid in continua e progressiva crescita su base nazionale e anche nelle realtà locali come quella di Pesaro dove i detenuti positivi adesso sono 58, addirittura 12 in più rispetto all'ultima rilevazione di tre giorni fa. L’aumento sostanziale dei positivi nelle carceri crea molta preoccupazione soprattutto se si considera che i dati forniti dall’amministrazione non sono completamente aggiornati, in quanto esistono focolai molto più estesi.

A comunicarlo è Aldo Di Giacomo, segretario generale del Sindacato Polizia Penitenziaria S.PP. «L’aumento costante di positivi nell’ultimo periodo preoccupa e non poco, perché rispetto a qualche mese fa il numero di istituti con focolai estesi è cresciuto in maniera ampia.

I detenuti contagiati sono saliti a 750 di cui 19 ricoverati. La regione più colpita è l’Emilia Romagna con 159 casi di detenuti positivi, mentre gli istituti più colpiti sono quelli di Melfi con 54, Catanzaro con 70, Padova 63, Asti con 51 e Pesaro 58, Reggio Emilia 93 di cui 8 psichiatrici e sei ricoveri.

Per quanto riguarda i poliziotti penitenziari la regione con più infetti è l’Emilia Romagna con 108 positivi seguita dal Lazio con 103 e dalla Campania con 52; mentre gli istituti con più poliziotti penitenziari contagiati sono quelli di Parma con 48, Reggio Emilia con 20, Bologna con 21 e Venezia Santa Maria Maggiore e Secondigliano con 19. Il piano vaccinale continua con difficoltà con solo 14916 poliziotti penitenziari avviati alla prima somministrazione e 5886 su 54000 detenuti presenti. Siamo molto preoccupati perché se il virus dovesse accelerare troverebbe quasi tutta la totalità dei detenuti ancora non vaccinati; stiamo continuando ad allertare l’Amministrazione ma soprattutto le Asrem ed i Prefetti per velocizzare al massimo l’effettuazione dei vaccini per i poliziotti penitenziari ed i detenuti”. Conclude Di Giacomo: “se il piano vaccinale non viene portato avanti in modo più veloce, il rischio contagio potrebbe essere di grave pregiudizio all’incolumità di detenuti e poliziotti».

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