Pesaro, il biodigestore delle polemiche incassa un endorsement che non ti aspetti

Un impianto di biodigestore
Un impianto di biodigestore
di Thomas Delbianco
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Lunedì 30 Novembre 2020, 06:35

PESARO «Il biodigestore va fatto al più presto, benefici ambientali e occupazione. Talacchio? E’ il sito giusto», dice Legambiente. Ma la Rete sostenibile e altre associazioni sono dubbiose: «E’ proprio necessario farlo?».

Verrà discusso nel consiglio comunale di questo pomeriggio l’ordine del giorno prodotto dalla maggioranza sul biodigestore. E il dibattito visto i freschi precedenti, vedi anche il consiglio comunale di Tavullia, si prevede acceso. Nel documento si esprime parere favorevole alla realizzazione dell’impianto per i rifiuti a Talacchio ma, nell’eventualità che quel sito dovesse evidenziare criticità esecutive o sociali, Pesaro si candida ad ospitarlo sul proprio territorio in una zona industriale vicina al casello dell’A14, un terreno tra l’Obi e il galoppatoio della Torraccia, per intenderci di estensione più piccola rispetto a quello individuato a Vallefoglia (poco più di 8 ettari contro gli oltre 10).Nell’ordine del giorno in discussione questo pomeriggio la maggioranza è pronta dunque a lanciare l’alternativa (già il sindaco Matteo Ricci aveva proposto l’area ex Pica) per un’area lontana dai centri abitati e dove il traffico di camion risulterebbe non impattante per la vicinanza al casello autostradale ma c’è già chi solleva perplessità per l’eventuale vicinanza con il corso del fiume Foglia. «Il biodigestore secondo noi è uno strumento non solo utile ma necessario - interviene Rosalia Cipolletta, presidente Legambiente Pesaro - questa posizione l’abbiamo espressa in un webinar sul tema. Legambiente ha sempre appoggiato i biodigestori dove sono stati realizzati, vedi Foligno, indispensabili per gestire i rifiuti. L’alternativa quale è? Gli inceneritori? Oppure le discariche, che l’Unione Europea ci dice di chiudere. Stiamo portando i rifiuti ovunque in Italia, con percorsi molto lunghi per i camion, che rilasciano Co2. E l’inquinamento atmosferico non ha confini comunali. Avere la possibilità di gestire i rifiuti in casa ci impedisce di fare centinaia di chilometri con i tir. Sappiamo inoltre che con l’economia circolare, dobbiamo utilizzare i rifiuti per ottenere materie come biometano e compost per l’agricoltura. Detto questo - continua Cipolletta - è chiaro che la quantità di rifiuti andrebbe ridotta, ma quello è un processo lunghissimo, devi educare le persone a produrne meno. Ci vuole una generazione per raggiungere questo obiettivo. Nel frattempo dove li mettiamo, a casa di chi? Il biodigestore è un impianto che deve essere fatto bene, con tutte le tecnologie moderne, gestito benissimo, controllato dai cittadini, siamo anche per creare commissioni di cittadini che controllino periodicamente la situazione». Sul sito di Talacchio, cosa ne pensa Legambiente? «Non ci entusiasma il dibattito sul sito, non è il nostro compito dire dove farlo, ma riteniamo giusta l’area di Talacchio. Ci sono 10-12 ettari a disposizione, indicati già nel Prg come zona industriale, non c’è bisogna di portare una variante in consiglio comunale, l’area sarebbe subito disponibile. E questo è fondamentale: se vogliamo attingere ai finanziamenti bisogna farlo presto, avremmo 30 milioni di investimenti che mettono in moto l’economia e a cascata arriveranno anche molte assunzioni».  Dopo il consiglio comunale, il tema verrà discusso anche in un incontro on line su zoom organizzato da Pesaro Città Sostenibile, Isde e Diversamente, in programma giovedì 3 dicembre alle ore 21. All’incontro, dal titolo “Biodigestore, è proprio necessario?”, interverranno Luciano Benini (Forum dei Beni Comuni), Patrizia Gentilini (Medico Isde), Sergio Ciucci (Presidente della Consulta dei Cittadini e delle associazioni), Massimo Gianangeli (Presidente Comitato Tutela Salute Ambiente Vallesina), Andrea Torcoletti (Presidente Associazione Diversamente).
 

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