Di qui è finita a processo per lesioni e resistenza a pubblico ufficiale. Ma come sono iniziate ad arrivarle le notifiche, ha scritto di suo pugno una serie di lettere indirizzate alla procura e al suo avvocato. Testi di questo tenore: «Io sono essenza eterna, completamente manifesta nel corpo e percepita, debitamente preapprovata, preautorizzata e preparata». E ancora «vincolata, assicurata e certificata nei documenti eterni, universali e internazionali in perpetuo».
«Custode del mio essere»
Il tutto essendo «custode registrato del mio essere». E rispetto alle notifiche di rinvio a giudizio, fatta tutta la premessa, «in forza dei documenti eterni, la società di diritto repubblica italiana», tutti gli atti «sono nulli e senza valore». E di conseguenza anche gli atti delle banche sono da ritenersi nulli in quanto la donna avrebbe il diritto alla cancellazione dalle banche stesse. Dunque il rinvio a giudizio sarebbe arrivata senza il «consenso scritto, volontario e internazionale dato da io sono». Il legale Andrea Marcelli in udienza preliminare ha chiesto una perizia psichiatrica, ma il gup ha rinviato a giudizio la donna. Ieri davanti al giudice monocratico l’avvocato ha presentato un’altra richiesta di perizia, ma non è stata accolta. Anzi, il giudice l’ha condannata a 5 mesi di reclusione.