Omicidio Panzieri, faccia a faccia fiume: gli esperti scavano nella mente del killer Alessandrini

Alessandrini, faccia a faccia fiume: gli esperti scavano nella sua mente
Alessandrini, faccia a faccia fiume: gli esperti scavano nella sua mente
di Luigi Benelli
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Sabato 6 Maggio 2023, 07:01 - Ultimo aggiornamento: 11:36

PESARO -  Un primo faccia a faccia con il pool di psichiatri. Michael Alessandrini, 30enne pesarese, in carcere dallo scorso 16 marzo, dopo l’estradizione in Italia dalla Romania, reo confesso dell’omicidio di Pierpaolo Panzieri ha iniziato a parlare con i medici per la prima seduta relativa alla perizia psichiatrica. Un esame fiume iniziato ieri mattina nel penitenziario di Ascoli e proseguito fino al pomeriggio.

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«E’ stato un primo esame – spiega l’avvocato di Michael Alessandrini Salvatore Asole – hanno iniziato a parlare del vissuto di Michael, della sua infanzia, dei rapporti familiari.

Non si è parlato dell’omicidio, ci vorrà tempo per avere delle risposte. Si procede per gradi». Oggi è prevista una prosecuzione dell’esame. Il pool di periti è composto dal consulente del Gip Pietro Pietrini, ordinario di Psichiatria, Stefano Zago specialista in neuroscienze. I consulenti del pm sono Renato Ariati e Marco Samory. Quelli della parte offesa sono Marziano Cerisoli e Monia Vagni mentre la difesa dell’indagato ha scelto Anna Maria Casale.

La perizia avrà altri appuntamenti e incontri e dovrà essere chiusa entro il 30 giugno. La tappa successiva è prevista a Pesaro il 14 luglio alle 10 davanti al Gip per l’esito. I consulenti devono valutare la capacità di intendere e di volere al momento dell’omicidio, la capacità processuale e l’eventuale pericolosità sociale. Un passaggio fondamentale che potrebbe condizionare tutto il procedimento. Se fosse dichiarata totalmente la sua incapacità di intendere e di volere, ci sarà un non luogo a procedere e si opterà per una misura di sicurezza in una Rems, le residenze che hanno sostituito gli ospedali psichiatrici giudiziari. 


Qualora ci fosse una parziale infermità si andrà a processo e in questi casi sono previste delle attenuanti. Alessandrini si era dichiarato reo confesso dell’omicidio, ma aveva escluso il motivo passionale. Aveva riferito di aver adempiuto a una voce divina che in quel momento gli ha imposto di uccidere il povero Pierpaolo in quanto a suo giudizio era un “malfattore”.
 

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