Tensione in ospedale: Pediatria chiusa diventa reparto Covid. Il sindaco: «Da Pesaro ci hanno portato tre pazienti a rischio»

L'ospedale di Urbino
L'ospedale di Urbino
di Eugenio Gulini
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Sabato 9 Gennaio 2021, 06:00 - Ultimo aggiornamento: 17:14

URBINO -  Il primario di Ostetricia - Ginecologia positivo e in isolamento, Pediatria chiusa e trasformata in reparto Covid con 7 letti a disposizione dei pazienti infetti, blindata Rianimazione, già chiusa l’unità operativa di Cardiologia a degenze esterne (si sostengono solo emergenze) e il reparto di Medicina che non accetta più ricoveri. Vietate le visite esterne in tutti i reparti. Situazione delicatissima per l’ospedale no-covid Santa Maria Misericordia, sull’orlo di un dejà vu. Quello dell’emergenza totale della prima ondata pandemica. 

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Di ieri la «positività del primario di Ostetricia/Ginecologia Leone Condemi - conferma il primo cittadino Maurizio Gambini - Ho chiesto alla dottoressa Nadia Storti, direttore generale dell’Asur Marche, una integrazione». Il personale medico del reparto in questione, infatti, risulta in calo a causa dei cambiamenti di sede e maternità. 
Non solo. Che l’ospedale di Urbino sia no-covid solo sulla carta è ormai una certezza comprovata dall’altra notizia di giornata: «Da Pesaro – ha rivelato il sindaco Gambini – sono stati trasferiti a Urbino tre pazienti sospetti Covid». Sono stati fatti sostare nell’area interna contumaciale in cui dovrebbero fermarsi i casi Covid in attesa di essere smistati negli ospedali dedicati. Ieri è avvenuto il contrario: sono stati portati direttamente da Pesaro. Una situazione che sta diventando strutturale. E i problemi annessi sono chiari: vanno dall’alta possibilità dei sanitari di ammalarsi (in Cardiologia i contagi sarebbero almeno 7) alla mancanza di indennità relative per tutto il personale che, di fatto, lavora faccia a faccia con il Covid. 
 
Lo stesso Cani nell’intervista apparsa ieri sul Corriere Adriatico aveva dichiarato che quella «area interna» era «vicina alla saturazione». Gambini precisa che «ha contattato la Storti per portare almeno 6 persone possibili Covid nei nosocomi e settori preposti al Covid. Ogni ora sono al telefono per cercare soluzioni condivise con i vertici sanitari regionali». Ieri sera, dei 13 sospetti positivi ricoverati, 5 alla fine sarebbe stati trasferiti in altre strutture provinciali dando respiro al nosocomio ducale. Eppure il 4 gennaio scorso sosteneva pubblicamente che «non c’era nulla di cui doversi preoccupare». Perché Viva Urbino e Pd locale in una nota ritengono che «sia doveroso non solo preoccuparsi, ma anche tenere costantemente informata la cittadinanza. Da analisi attente e dalle testimonianze dei diretti operatori della Sanità, emerge una situazione di crescente difficoltà all’interno dell’ospedale e di alto rischio sul fronte contagi su tutto il territorio comunale. Ma le dichiarazioni di Gambini, a nostro avviso irresponsabilmente, minimizzano la situazione, propinando ottimismo e rassicurazioni. Nonostante la nostra pressante richiesta di fornire doverose costanti informazioni, questa Giunta ha deciso per una linea narcotizzante».
La replica di Gambini non si fa attendere: «Negli ultimi 2/3 giorni ci sono stati degli aggravamenti dei ricoveri di positivi. Abbiamo immediatamente sollecitato l’assessore alla Sanità della Regione, il direttore dell’Area Vasta 1, Romeo Magnoni, e Nadia Storti. Tutto era sotto controllo. Negli ultimi giorni, durante le feste di Natale, qualcosa è accaduto. Nelle famiglie sono in aumento casi importanti. Io non ho mai detto che si poteva stare tranquilli e tranquillo non lo sono per niente. Di fatto la situazione ad Urbino è pesante così come in tutti gli ospedali della Regione».

Insistono Pd e Viva Urbino: «Si è passati da 80 a 124 casi nel giro di pochi giorni. In realtà sono 133 e ci sono ulteriori 218 persone in isolamento. Interi reparti dell’ospedale sono in tilt. Tra il personale medico il virus si sta di nuovo diffondendo... Un’amministrazione responsabile deve sapere affrontare l’emergenza condividendo il quadro della situazione e rendendo consapevoli e trasparentemente informati i cittadini su quanto sta accadendo. Dove sono finite le costanti bordate sparate fino a settembre contro la Regione da parte della nostra maggioranza comunale? Oggi tutto tace - concludono Pd e Viva Urbino - non ci si allarma più se i positivi di Covid devono fermarsi ancora nell’ospedale di Urbino, se il personale in alcuni reparti è sottodimensionato». 

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