PESARO Aveva cambiato cognome in Albania ed era tornato a Pesaro per spacciare. Ieri ha patteggiato. La Squadra Mobile della Questura di Pesaro Urbino, a metà novembre, aveva controllato un albanese di 30 anni, residente a Pesaro. Un volto conosciuto dagli agenti. Le operazioni di perquisizione avevano permesso di ritrovare due dosi di cocaina di qualche grammo, il materiale per il taglio e il confezionamento delle dosi, oltre a 900 euro ritenuti provento di spaccio.
I successivi accertamenti sul ragazzo hanno però permesso di scoprire un particolare: lo straniero era già stato identificato in altre circostanze dove risultava avere dichiarato un cognome diverso.
Il fotosegnalamento e le impronte non mentivano. Così hanno scoperto che l’uomo, a seguito di una carriera delinquenziale composta da reati inerenti gli stupefacenti e da lesioni personali, era diventato soggetto di spicco e conosciuto nell’ambiente criminale. Motivi per cui gli era stato rifiutato il permesso di soggiorno. Alla fine del 2019 era stato espulso e rimpatriato nel suo paese di origine. Il 30enne, avendo cambiato nel suo paese il proprio cognome, è riuscito però ad ottenere un nuovo passaporto e a rientrare in Italia violando le norme della legge sull’immigrazione. Non solo, era ricercato anche perché doveva scontare ancora 4 anni e 7 mesi di reclusione. Nel 2016 fu arrestato in flagranza per spaccio. A tradirlo fu il suo alto tenore di vita, condotto tra lusso e belle auto. Ieri, difeso dall’avvocato Marco Defendini, ha patteggiato a 8 mesi il reato del rientro in Italia irregolare, punito con l’arresto immediato. Da novembre è in carcere.