Stamina, l'avvocato di Federico
"Csm non lo condanni a morte"

Stamina, l'avvocato di Federico "Csm non lo condanni a morte"
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Venerdì 6 Giugno 2014, 19:29 - Ultimo aggiornamento: 7 Giugno, 09:28
FANO - Non si pu condannare a morte un bambino perch il Csm non d'accordo con un'ordinanza del Tribunale di Pesaro. E' durissima la reazione dell'avv. Tiziana Cucco, il difensore della famiglia del piccolo Federico Mezzina, alla decisione del Consiglio superiore della magistratura di trasmettere alla procura generale un fascicolo sull'ordinanza con cui il Tribunale pesarese ha nominato Marino Andolina 'commissario ad actà per le cure di Federico. Il bambino, tre anni e mezzo, è affetto dal morbo di Krabbe e alla sua sesta infusione con il metodo Stamina.

«Sta accadendo qualcosa di inaudito - osserva Cucco -. Si mette sotto processo un collegio giudicante cercando di vanificarne gli atti, colpevole di aver seguito la legge nominando un medico qualificato, seppur indagato, mentre nessuno considera il diritto di Federico a rimanere in vita. Le infusioni con le cellule staminali secondo il metodo Stamina gli hanno consentito inequivocabilmente di migliorare. La tossicità che si registrava prima nel fegato è scomparsa. Non soffre di effetti collaterali, il piccolo migliora». «Stiamo parlando di una cura compassionevole - insiste il legale -, anche perchè Federico per curare il morbo di Krabbe alcuna altra medicina. I genitori non sono dei pazzi, sanno che il figlio non guarirà ma vedono che sta meglio.Perchè nessuno pensa al diritto di Federico di vivere? Non si può condannare alla morte un bambino perchè il Csm non èd'accordo con l'ordinanza emessa dal giudice Mario Perfetti».

«Qui - attacca l'avvocato Cucco - non si tratta di una disquisizione accademica. C'è un bambino affetto da una malattia degenerativa per la quale non esistono terapie, e che potrebbe morire per la paralisi delle funzioni vitali. Le infusioni a base di staminali gli hanno garantito una qualità di vita nettamente migliore. E questo è incontrovertibile, lo dicono i riscontri medici. Nessuno può permettersi di perdere di vista il cuore di questa vicenda: il diritto di Federico di continuare a vivere».
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