PESARO Il Corriere Adriatico l’aveva anticipato e oggi Matteo Ricci conferma. Il festival Kum! a Pesaro? «Sì, ci stiamo lavorando». L’occasione è una lettera che ha il sapore di un atto d’accusa. Massimo Recalcati, l’ideatore dell’appuntamento nonché il suo direttore scientifico, ieri ha scritto al sindaco di Ancona Daniele Silvetti che non ha trovato i fondi per il sua manifestazione. Se ne va, addio Mole Vanvitelliana e il sindaco di Pesaro, come già accaduto per Popsophia e CaterRaduno offre il palcoscenico di Pesaro. «Ho avuto contatti con Recalcati - racconta - stiamo verificando se l’operazione è fattibile e se esistono le condizioni per ospitare la manifestazione». Certo, un bell’affare per la Capitale della Cultura 2024. Ma non solo. «Stiamo ragionando - aggiunge il sindaco di Pesaro - sulla possibilità di organizzare il festival a ottobre o nella primavera dell’anno prossimo».
La storia
Il Festival Kum! promuove il dialogo tra gli specialisti della clinica (medici, psicoanalisti, psichiatri, pedagogisti), ma anche filosofi, antropologi, storici, scrittori, intellettuali che lavorano in presa diretta sul tema della cura e dei differenti volti della sofferenza: quella del malato, quella della Polis, quella del pianeta Terra, quella di ciascuno di noi. «La parola - scrive Recalcati - che identifica questo luogo è una parola antica: Kum!. Essa ricorre almeno due volte nel testo biblico. La prima a proposito delle vicende del profeta Giona. Dio, rivolgendosi a Giona, lo scuote dal suo sonno profondo rivolgendogli la parola: Kum!, sveglia!, alzati! La seconda occasione la troviamo nei racconti evangelici delle resurrezioni e delle guarigioni compiute da Gesù, che alla figlia del notabile Giairo, morta da poco, lancia lo stesso appello: “Alzati e cammina!”.
L’amarezza
«Avrei potuto proporre - scrive Recalcati a Silvetti - questo festival a Milano o nelle città dove insegnavo, ma ho preferito scegliere Ancona perché mi è sempre parsa la città più giusta per ospitare in un solo magnifico luogo (la Mole) un festival come questo considerato anche il profondo radicamento del mio nome sul vostro territorio.
L’indotto dimenticato
«Prendendo atto delle vostre scelte politiche di fondo, quindi, e pur comprendendo i problemi in cui ogni anno versano i bilanci dei Comuni italiani, non posso che ribadire l’impossibilità di realizzare Kum! ad Ancona. E’ un grande dolore personale e, se mi permette, l’esito di una scelta politica miope, considerando il prestigio e l’indotto che negli anni Kum! ha reso alla città di Ancona. Per non parlare del suo lavoro capillare nelle scuole e sul territorio per diffondere la laicità della cultura come antidoto preventivo per le nuove generazioni nei confronti della sirena terribile delle cattive pratiche. Dopo la nostra positiva conversazione telefonica, non immaginavo di dovermi congedare in questo modo, avrei preferito proseguire il cammino di Kum! alla Mole, per il bene della città e delle Marche, ma ad oggi questo è davvero impossibile».