Pesaro, l'architetto Lazzari propone il modello quartiere giardino: una nuova qualità urbana all'insegna della sostenibilità con il Pnrr

Il modella del quartiere giardino applicato a Villa San Martino
Il modella del quartiere giardino applicato a Villa San Martino
di Lorenzo Furlani
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Domenica 31 Ottobre 2021, 11:27 - Ultimo aggiornamento: 15:22

PESARO - L’architettura e gli spazi di una città ne condizionano la fruizione e anche le relazioni, perciò agendo sull’urbanistica si può migliorare la qualità della vita urbana, fisica e sociale.

L'archittetto Daniele Lazzari
Da questa consapevolezza nasce la proposta dell’architetto Daniele Lazzari per riorganizzare la vita cittadina all’insegna della sostenibilità partendo dalle zone esterne al centro storico con il modello urbano del “quartiere giardino”.

È un progetto nato da un input dell’amministrazione comunale che tre anni fa lanciò un format di partecipazione, Climathon 2018, per raccogliere idee dalla città al fine di riprogettare le aree verdi di Villa San Martino: il contributo fu portato nella due giorni di confronto al Centro arti visive Pescheria e in seguito venne messo a punto, anche attraverso una verifica con le più virtuose esperienze europee come quella di Barcellona, calibrandolo su ogni quartiere di Pesaro perché formasse un modello applicabile ovunque nelle Marche e altrove.

L’idea assunta da GruppozerO
Questa elaborazione è stata assunta da GruppozerO, associazione di professionisti attiva sui temi urbanistici e ambientali della città (di cui Lazzari fa parte), ed è stata inserita nel “Manifesto per la sostenibilità nel territorio pesarese” che, dopo un lungo lavoro di preparazione, la rete di associazioni Pesaro città sostenibile (a cui GruppozerO contribuisce) ha presentato nel giugno scorso.

Quell’input iniziale torna ora come feedback all’amministrazione comunale, che con il sindaco Ricci sta conducendo un tour nei quartieri, da tempo obiettivo di riqualificazione, e che con il vicesindaco Vimini ha chiesto contributi di cittadinanza attiva per elaborare progetti che possano intercettare i fondi del Piano nazionale di ripresa e resilienza.

La zona pedonale baricentrica
Con questo progetto, la ripresa della vita di relazione intorno alle piazze o comunque alle zone pedonali centrali nei quartieri - che sono il portato di questo modello - potrebbe rappresentare la ripartenza urbana e sociale nella stagione post Covid.

«L’idea di fondo - spiega l’architetto Lazzari - è quella di mettere al centro il residente e non l’automobile riorganizzando gli spazi e la mobilità in modo da rendere raggiungibili tutti i posti utili in pochi minuti percorrendo 5 o 600 metri (c’è in questo un’eco del concetto della città in 15 minuti proposto nel dossier di Pesaro capitale italiana della cultura, ndr).

Il principio è quello dell’isola pedonale nei centri storici replicato nei quartieri per ridurre l’inquinamento acustico e atmosferico dei siti residenziali, risparmiando il suolo e recuperando risorse. In estrema sintesi sarà possibile migliorare la qualità della vita delle persone in perfetta armonia con l’ambiente».

I rioni autosufficienti
Il “quartiere giardino”, illustrato sul sito www.pesarocittasostenibile.org, è incentrato su «un’isola pedonale baricentrica, delegata a svolgere la funzione di spazio di socializzazione», da cui si irradiano «percorsi ciclo-pedonali». «Un modello che favorisca una mobilità interna indipendente dai mezzi inquinanti che potrebbero essere spostati ai margini delle isole». Gli effetti benefici «potrebbero risultare tangibili nella misura in cui sarà possibile ridurre il pendolarismo quotidiano, mirando all’autosufficienza dei quartieri attraverso la dotazione di servizi ed avvicinando le attività lavorative alle residenze», per esempio con lo smart- working.

Le sotto maglie viarie
Si creerebbero tre sotto maglie viarie: la prima trasformando le strade a doppio senso in sensi unici riservati ai veicoli dei soli residenti; la seconda costituita da percorsi ciclo-pedonali disgiunti che, oltre a collegare le zone più attrattive del quartiere, potrebbero confluire nella bicipolitana; la terza esclusivamente pedonale permetterebbe di ricucire gli spazi verdi del quartiere e dell’intera città creando percorsi naturalistici, con il futuro parco fluviale come spina dorsale. Il corollario di questo modello sarebbero la partecipazione attiva dei cittadini alla vita pubblica tramite le assemblee dei quartieri, il recupero degli spazi anonimi come luoghi di socializzazione inter generazionale e l’organizzazione di eventi identitari nei quartieri.

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