Fano, trovato cadavere mummificato. Scoperta choc lungo il Metauro: mistero sulla morte di un giovane

Fano, trovato cadavere mummificato. Scoperta choc lungo il Metauro: mistero sulla morte di un giovane
Fano, trovato cadavere mummificato. Scoperta choc lungo il Metauro: mistero sulla morte di un giovane
di Osvaldo Scatassi
4 Minuti di Lettura
Mercoledì 4 Ottobre 2023, 02:30 - Ultimo aggiornamento: 5 Ottobre, 07:38

FANO Il cadavere di un giovane uomo è stato trovato nella tarda mattinata di ieri a qualche decina di metri dalla riva sinistra del fiume Metauro. Assai probabile che la morte risalga a diverso tempo fa, perché il corpo appariva quasi mummificato. E non presentava segni evidenti di aggressione o di violenza. 


Il rinvenimento

L’ha scoperto un cercatore di funghi, che aveva approfittato della giornata luminosa e calda per una camminata all’aria aperta.

A circa un chilometro di distanza dal santuario di Madonna Ponte, perlustrando per hobby la vegetazione ai margini di una radura, il cercatore di funghi si è invece imbattuto nello scenario di una tragedia. Una scena inquietante, che ha assunto le caratteristiche di un mistero con il trascorrere delle ore. A terra il corpo senza vita di un giovane uomo, con molte probabilità un immigrato di origini africane, che all’apparenza nessuno sta cercando. Gli inquirenti hanno infatti verificato le denunce di scomparsa, ma appaiono troppo recenti per essere compatibili con lo stato di conservazione del corpo. Chi stimava che il cadavere sia rimasto nella radura per circa un mese e chi addirittura per un anno: di sicuro è parecchio il tempo trascorso dalla morte fino alla macabra scoperta. Insomma un uomo di colore che nessuno sta cercando

I quesiti

Quanto ne sia passato di preciso, però, dovrà stabilirlo l’autopsia che dovrà anche definire le cause del decesso. A una prima analisi il corpo non presentava lesioni o ferite riconducibili ad aggressioni e alcuni ulteriori dettagli (come il fatto che il giovane uomo indossasse ancora le ciabatte) tendono a rendere piuttosto improbabile non solo l’ipotesi di un omicidio ma anche l’ipotesi che possa essere stato trasportato lì da un altro luogo, magari dal posto dove è avvenuto il decesso. 

Zona impervia

Per arrivare alla zona del ritrovamento è necessario imboccare, di solito a piedi, la stradina sterrata che si apre tra il santuario e il ponte della statale Adriatica. Poi si prosegue per circa un chilometro, fra due muri verdi di rovi, canne di fiume e altre piante, fino a raggiungere un’ampia radura. Il corpo dello straniero era lì, con ancora i vestiti addosso, nella vegetazione al margine del bosco che costeggia il Metauro, esposto da chissà quanto tempo al sole, al caldo, al freddo, alla precipitazioni, all’umidità del fiume, insomma al meteo che negli ultimi mesi ha proposto grandi piogge ma anche alte temperature. Il cadavere almeno a una prima ricognizione, ha subito anche l’aggressione di alcuni animali. Nei dintorni qualche isolata casa rurale, un laghetto artificiale e un impianto per gli operatori Aset del servizio igiene ambientale. 

Le testimonianze

Non risulta che negli ultimi tempi siano stati notati movimenti di persone, e di immigrati in particolare, in cerca di alloggi di fortuna. E secondo le testimonianze delle persone sentite dalla polizia, non ci sono ruderi o abitazioni abbandonate che potessero fungere da ricovero per senza casa. Dare un nome e un cognome a quel corpo senza vita non appare un lavoro semplice. In assenza di documenti un aiuto risolutivo potrebbe venire dalle impronte digitali, ma lo stato di conservazione del cadavere è un punto interrogativo anche in questo senso e non ci sono certezze che il riscontro possa essere effettuato. Quando la telefonata di soccorso è arrivata ai centralini dell’emergenza, la zona del ritrovamento è stata raggiunta dalle pattuglie del commissariato fanese insieme con il personale della polizia scientifica, che ha effettuato gli accertamenti tecnici necessari all’indagine: sul posto anche personale dell’Azienda sanitaria. 

Le disposizioni

Nel primo pomeriggio di ieri la magistratura pesarese, nella persona del pm Ernesto Napolillo che si occupa dell’inchiesta, ha autorizzato la rimozione della salma, che è stata trasportata all’obitorio dell’ospedale Santa Croce a Fano, in attesa dell’autopsia. 

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