Fano, passaggio col rosso, respinti
tutti i ricorsi: le multe sono da pagare

Fano, passaggio col rosso, respinti tutti i ricorsi: le multe sono da pagare
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Mercoledì 15 Novembre 2017, 17:28
FANO - Spesso chi riceve una multa dai vigili urbani è convinto di aver subito un’ingiustizia e quindi o paga di malavoglia oppure, convinto delle sue buone ragioni, si rivolge al prefetto o attiva un ricorso al giudice di pace. Le multe più contestate sono quelle comminate per il passaggio con il semaforo rosso, anche se il loro numero è alquanto ridotto rispetto alla mole di sanzioni che sono state elevate, dopo che all’incrocio tra viale Primo Maggio, viale Carducci e via Girolamo da Fano, è stato attivato l’impianto di video sorveglianza.
A questo riguardo nel corrente anno i ricorsi sono stati 13, di cui 10 tutti vinti dalla polizia locale, equamente divisi tra il giudice di pace e la prefettura; 3 sono ancora pendenti e attendono il relativo pronunciamento. In genere i ricorrenti, basano la loro opposizione alla multa comunicata a casa dai vigili urbani, in seguito al rilevamento telematico, sul fatto che quando hanno varcato la linea dello stop il semaforo era giallo e quindi, secondo le norme del codice della strada, sarebbe stato possibile ancora attraversare l’incrocio. Ma il responso della immagine catturata dall’impianto di videosorveglianza, questa volta non lascia dubbi. L’infrazione viene rilevata non appena il veicolo con il semaforo rosso ha varcato la linea di rispetto. «Varcare un incrocio con il semaforo rosso – ha evidenziato il comandante Alessandro Di Quirico – costituisce una delle infrazioni più gravi che possono essere compiute, tanto più nel caso di viale Primo Maggio dove i veicoli che sopraggiungono dalle vie laterali sono nascosti alla visibilità di chi transita sulla nazionale. Spesso ci accusano di aver compiuto in questo punto una strage di multe, ma in verità abbiamo evitato che le infrazioni commesse compissero una strage. Oggi, infatti le infrazioni al semaforo rosso sono diminuite di molto, rispetto a quante ne sono state rilevate nei primi mesi di attività dell’impianto, quando se ne contavano addirittura 600 al mese».
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