Asp, la giunta di Fano ora tira dritto: undici consiglieri resistono

Asp, la giunta di Fano ora tira dritto: undici consiglieri resistono
Asp, la giunta di Fano ora tira dritto: undici consiglieri resistono
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Martedì 19 Settembre 2023, 05:10 - Ultimo aggiornamento: 12:29

FANO Approvate dalla giunta fanese le due delibere riguardanti l’Agenzia pubblica per i servizi alla persona (Asp). Nella riunione di ieri sono stati votati statuto dell’Asp, convenzione costitutiva, analisi pluriennale di sostenibilità economica e atto di indirizzo riguardante l’amministrazione condivisa.

 
La mozione presentata


Nel frattempo gli undici promotori delle assise monotematiche, tra i quali due consiglieri comunali della maggioranza, hanno chiesto alla giunta fanese di sospendere sia il dibattito sia il voto sugli atti costitutivi. Continua dunque il braccio di ferro tra la giunta fanese, che prosegue nel suo operato, e gli undici consiglieri comunali di appartenenza trasversale, che invece invocano un cambio di rotta. 


Per prima cosa il voto di ieri sulle due delibere. «Un altro passo in avanti – ha detto Tinti – compiuto da un progetto che porterà vantaggi tanto per Fano quanto per gli altri otto Comuni dell’Ambito territoriale sociale 6, garantendo servizi ancora più diffusi, più omogenei, più rapidi, più efficaci e più qualitativi. Nel tempo, grazie alle economie di scala, saranno adottate tariffe più contenute».


Il percorso non ha però convinto le associazioni del terzo settore come del resto gli undici consiglieri comunali: Stefano Marchegiani di Azione e Giampiero Pedini del gruppo misto sono nell’area politica della maggioranza fanese.

La mozione è inoltre firmata da Gianluca Ilari, Marianna Magrini, Luigi Scopelliti e Luca Serfilippi (Lega), Giovanni Fontana, Tommaso Mazzanti e Francesco Panaroni (M5S), Giuseppe Pierpaoli e Lucia Tarsi (FdI). A loro giudizio è quindi «da sospendere» ogni decisione riguardo all’Asp, prendendo tutto il tempo che serva per attuare «un reale percorso aperto, trasparente, partecipativo e inclusivo», coinvolgendo fin dall’inizio sia il terzo settore sia il consiglio comunale. Si vuole inoltre che siano predisposti «un profilo di comunità e un piano strategico» a sostegno di un futuro «confronto sulla forma giuridica da attribuire» alla gestione associata dei servizi sociali. 


La proposta è da mettere ai voti e diventerà vincolante qualora sia approvata dal consiglio comunale. La richiesta dello stop ribadisce i numerosi aspetti di criticità e denuncia forzature di vario tipo, sia nella gestione del consiglio monotematico sia nella tempistica del percorso verso l’Asp, attuate «nonostante la riforma incida «sulla carne viva delle fasce più fragili della popolazione». In conclusione si ritiene che quanto avvenuto prefiguri il futuro ruolo del consiglio comunale: rischia «una funzione del tutto marginale» riguardo alle politiche sociali e «di ratifica rispetto a decisioni assunte in altre sedi».
 

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