Ex zuccherificio di Fano, le deduzioni dell'assessorato: «Osservazioni da respingere». Ma emergono contraddizioni

Ex zuccherificio di Fano, le deduzioni dell'assessorato: «Osservazioni da respingere». Ma emergono contraddizioni. Nella foto l'area in abbandono dell'ex zuccherificio e, nel riquadro, il dirigente dell'urbanistica del Comune Adriano Giangolini
Ex zuccherificio di Fano, le deduzioni dell'assessorato: «Osservazioni da respingere». Ma emergono contraddizioni. Nella foto l'area in abbandono dell'ex zuccherificio e, nel riquadro, il dirigente dell'urbanistica del Comune Adriano Giangolini
di Lorenzo Furlani
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Giovedì 11 Aprile 2024, 12:57

FANO L’assessorato all’urbanistica attraverso gli uffici tecnici ha espresso deduzioni negative, con il giudizio “da respingere”, sulle osservazioni al Piano regolatore generale presentate dai residenti dell’area ex zuccherificio per chiedere di bloccare il polo logistico per derrate alimentari, ritenuto fonte di smog per il traffico dei tir e di inquinamento acustico.

In subordine, i residenti hanno sollecitato la reintroduzione per i due stabilimenti di via della Pineta stralciati dal comparto (tra cui la torrefazione confinante con la scuola primaria) del divieto di insediamento di industrie insalubri di prima e seconda classe. 

Il polo logistico

Il polo logistico era stato inserito in extremis nel nuovo Prg dal sindaco, con un emendamento approvato nel primo passaggio consiliare, per assecondare l’idea progettuale della nuova proprietà: gli imprenditori Paolo Andreani e Giancarlo Paci, che hanno comprato l'area all'asta del tribunale di Pesaro due anni fa. 

Al contrario, l’obiettivo dei residenti, che lamentano disagi per le emissioni della torrefazione oggetto di un esposto alle autorità in cui oltre al cattivo odore si riferiscono bruciori a naso e gola e mal di testa, è quello di recuperare la destinazione mista per i servizi alla persona e alla collettività, consona alla vocazione della zona, elaborata inizialmente dall’assessorato recependo l’esito articolato della consultazione dei portatori di interesse e dei cittadini svolta a suo tempo.

Il tema sensibile

La questione, già oggetto di forti critiche del Movimento 5 Stelle, ora diventa molto sensibile sul piano politico dopo la presa di posizione della capogruppo del Pd, Agnese Giacomoni, che chiedendo scusa ai cittadini per aver approvato a suo tempo l’emendamento del sindaco senza conoscerne le implicazioni ha rivolto un appello alla maggioranza perché approvi le osservazioni al fine di tutelare la salute dei residenti e degli alunni.

In gioco, quindi, c’è ancora una volta la tenuta della centrosinistra su un indirizzo della giunta ma anche e soprattutto, a meno di due mesi dalle elezioni amministrative, la sua coerenza rispetto a due temi elettivi per la stessa maggioranza: la Fano città delle bambine e dei bambini, che eleva la protezione e le esigenze dell’infanzia a misura delle politiche comunali, e la partecipazione dei cittadini alle scelte amministrative, di cui quella urbanistica sull’ex zuccherificio era l’esperienza pilota.

Le questioni controverse

Significative sono le controdeduzioni alle osservazioni (il dirigente Adriano Giangolini le illustra in consiglio comunale, saltato nella seduta di mercoledì 11 aprile per le assenze dei consiglieri con l'annullamento anche delle sedute già previste per i due giorni successivi e la riconvocazione dell'assise per martedì 16 aprile e i tre giorni successivi al fine di giungere all'adozione definitiva del Prg).

In tali argomentazioni risaltano le questioni controverse che hanno già portato la capogruppo del Pd, i residenti e il gruppo consiliare del M5S a definire la pianificazione urbanistica attuata un colpo di spugna.

Gli scheletri da eliminare

Il cambio di previsione urbanistica viene motivato con la possibilità di eliminare gli scheletri dei capannoni in degrado nell'area favorendo il progetto del polo logistico della nuova proprietà.

Gli aspetti più contraddittori si condensano nelle deduzioni alla seconda osservazione, laddove si afferma che il divieto per le attività insalubri di prima e seconda classe (la torrefazione è di seconda classe), riportato nella scheda del comparto del Prg vigente, è efficace solo quando si redige il piano urbanistico attuativo.

Però, nella scheda le previsioni relative a tale piano attuativo sono illustrate con verbi coniugati al futuro mentre il divieto è affermato al presente e questo sembra esplicitare proprio la sua immediata efficacia. In ogni caso, con questa interpretazione viene aggirata la raccomandazione dell’Asur, espressa per la valutazione ambientale strategica del Prg del 2009 tuttora vigente, volta a inibire tali industrie insalubri “in adiacenza alla scuola esistente”.

La torrefazione

Palesemente infondata, inoltre, è la tesi, riferita alla torrefazione, del diritto quesito (il diritto immutabile per il decorso del tempo) dei titoli edilizi degli opifici, preesistenti al Prg del 2009: è acquisito il diritto all’attività produttiva, ma certamente non quello all’esercizio della torrefazione visto che l’autorizzazione, peratro senza la conformità urbanistico edilizia del Comune che secondo una certa giurisprudenza invalida l'autorizzazione stessa, è stata rilasciata nel 2016.

Come viene sostenuto nelle controdeduzioni, la legge consente l'ubicazione delle industrie insalubri di seconda classe nei centri abitati, purché si adottino adeguate cautele per tutelare il vicinato. Ma, in relazione al Prg del 2009 vigente, l'autorità sanitaria aveva posto una precauzione ulteriore, considerando il potenziale rischio igienico sanitario delle emissioni inquinanti, a tutela della salute dei bambini della scuola.

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