Rapinò di 50 euro il parroco del duomo, don Luciano lo perdona ma scatta d'ufficio l'indagine: condannato a 1 anno e 8 mesi

Rapinò di 50 euro il parroco del duomo, don Luciano lo perdona ma scatta d'ufficio d'indagine: condannato a 1 anno e 8 mesi. Nella foto la cattedrale di Santa Maria Assunta di Fano e, nel riquadro, don Luciano Torcellini
Rapinò di 50 euro il parroco del duomo, don Luciano lo perdona ma scatta d'ufficio d'indagine: condannato a 1 anno e 8 mesi. Nella foto la cattedrale di Santa Maria Assunta di Fano e, nel riquadro, don Luciano Torcellini
di Luigi Benelli
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Venerdì 17 Novembre 2023, 03:35 - Ultimo aggiornamento: 18 Novembre, 07:45

FANO - A processo con l’accusa di aver rapinato il parroco del duomo, ieri la sentenza davanti al collegio del tribunale di Pesaro. Il fatto risale al settembre 2021 quando Giuseppe Cerullo, 49enne originario di Caserta, era entrato nel duomo di Fano per chiedere soldi al prete. Ma di fronte al rifiuto del parroco di allora Luciano Torcellini, l’imputato lo avrebbe perso per le braccia e spinto dentro la sagrestia. Qui gli avrebbe preso 50 euro.

Il commissariato

Il fatto era arrivato sul tavolo del commissariato di Fano ed erano scattate le indagini. 
La polizia aveva ascoltato la vittima e visionato le telecamere della zona.

Era bastato poco per individuare il responsabile. Contro il 49enne scatta l’accusa di rapina aggravata dall’età della vittima, che è ultra 65enne. Il parroco però aveva perdonato il suo aggressore tanto che non aveva sporto querela né si era costituito parte civile.

Ma il reato è procedibile d’ufficio quindi il caso è finito davanti al tribunale collegiale. Ieri, difeso dell’avvocatessa Ninfa Renzini del foro di Rimini, l’imputato è stato condannato a 1 anno e 8 mesi (pena non sospesa). Oggi l’uomo è libero e lavora. Ma per lui non è la prima volta perché nel giugno 2022 era già stato condannato per un fatto molto simile.

Il precedente

Nell’agosto del 2020, era entrato nella chiesa di San Giuseppe in via Spada in centro storico a Pesaro con un marchingegno. Si trattava di un oggetto lungo alla cui estremità c’era un nastro biadesivo. L’obiettivo era pescare le monete contenute nelle cassette delle offerte.

Ma prima di andarsene l’uomo aveva anche strappato alcune pagine del messale sull’altare. Identificato e denunciato, era stato condannato a 6 mesi. Disse di essere pentito e di aver puntato agli spicci perché era in uno stato di bisogno e doveva racimolare dei soldi per mangiare. Ma a distanza di un anno ci aveva riprovato in cattedrale a Fano.

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