Raggiungono la vetta del Monte Ferro
In pericolo un nido di aquile

Raggiungono la vetta del Monte Ferro In pericolo un nido di aquile
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Lunedì 13 Aprile 2015, 15:52 - Ultimo aggiornamento: 16:02
CAGLI - La nidificazione delle aquile reali al Furlo è di nuovo in pericolo. Domenica scorsa un gruppo di persone ha raggiunto la vetta del Monte del Ferro a ridosso del nido.

La nidificazione delle aquile reali al Furlo è di nuovo in pericolo. Domenica scorsa, nel cuore della Riserva Naturale Gola del Furlo, dove tutti gli animali e in particolare le aquile dovrebbero essere protette, un gruppo di persone ha raggiunto la vetta del Monte del Ferro a ridosso del nido, dove da tempo viene richiesta l'interdizione con l'imposizione del divieto di accesso.



Ennesima prova che l'ente gestore, la Provincia, non è assolutamente adatta a svolgere un ruolo così delicato, oggi meno che mai nella fase di transizione delle sue competenze alla Regione. Una fase che speriamo abbia una fine e che si giunga al più presto a capire chi deve gestire l'area protetta della Gola del Furlo, voluta con tante battaglie e finita per diventare un'appendice del servizio Urbanistica della Provincia.



L'anno scorso altre persone si erano recate nelle vicinanze dei nidi delle aquile e tra queste persino dei giovani incaricati dalla stessa Riserva, e di fatti la nidificazioni non ebbe esito positivo; il ripetersi di questo fatto malgrado le ripetute segnalazioni e la richiesta di provvedere con cartelli e vigilanza sta a dimostrare che non c'è organizzazione, competenza e probabilmente neanche volontà di tutelare un bene così prezioso. Persino il Piano della Riserva prevede la tutela integrale e quindi il divieto di accesso alla cresta del Ferro, ma ci si chiede perchè quel Piano ancora non trovi attuazione. C'è anche una legge regionale, la nr. 17 del 20 febbraio 1995 che vieta di avvicinarsi ai nidi ma dov'è la vigilanza? Il taglio dei finanziamenti non c'entra nulla: i provvedimenti che occorreva prendere non avevano particolari costi. Le aquile sono il simbolo di questa Riserva Naturale Statale e la loro reazione rispetto a disturbi da parte dell'uomo, specie durante il periodo riproduttivo, è molto probabile che si traduca nell'abbandono del nido, con un danno che in Provincia neanche riescono a comprendere. Speriamo che sia l'ultimo triste capitolo di questa gestione, iniziata abbastanza bene e finita malissimo. Auspichiamo da parte del Presidente Tagliolini un immediato provvedimento di richiamo ed una presa di coscienza affinché la Provincia riconsegni al Ministero dell'Ambiente le "chiavi" della Riserva e che quest'ultimo individui un nuovo soggetto, che nella migliore delle ipotesi riteniamo debba essere il Corpo Forestale dello Stato.
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