Sanità, scontro in aula. Carancini (Pd): «Solo per abbienti». L'assessore Saltamartini: «No, sulle liste d’attesa abbiamo recuperato»

L'accusa l’opposizione: «I ritardi? Colpa vostra»

Sanità, scontro in aula in Regione
Sanità, scontro in aula in Regione
di Antonio Pio Guerra
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Mercoledì 6 Marzo 2024, 02:35 - Ultimo aggiornamento: 7 Marzo, 08:16

ANCONA Le liste di attesa continuano ad essere terreno di scontro politico. L’ultima battaglia ieri mattina, in Consiglio regionale.

«La colpa è di scelte politiche preesistenti rispetto alla nostra responsabilità di governo», è tornato ad attaccare l’assessore alla Sanità Filippo Saltamartini, stuzzicato da un’interrogazione del consigliere Pd Romano Carancini, secondo cui la Sanità nelle Marche è accessibile solo ai cittadini che possono pagarsi visite e prestazioni dei privati.

 

Le borse di studio


Definanziamenti, formazione e burocrazia: sono tre i peccati originali che l’assessore imputa all’attuale opposizione. Come nel caso delle borse di studio per i medici. «C’è una leggera differenza tra le 150 borse di studio concesse da noi e le 5 del passato» attacca l’assessore, chiedendo poi ai dem di «domandarsi come mai non siano stati finanziati e formati questi medici».

Ma il campo del turnover tra i sanitari e della carenza di personale è soltanto uno dei terreni su cui si combatte la battaglia per l’accorciamento delle liste di attesa. «Il sottofinanziamento del Sistema Sanitario Nazionale è opera dei governi Pd che si sono succeduti da Monti in poi» dice Saltamartini. Che però, in aula, sceglie di soffermarsi sull’indirizzo politico invece di rispondere alle perplessità matematiche sul recupero dei ritardi manifestate da Carancini. Ci penserà un comunicato stampa diffuso qualche ora più tardi. 


I disservizi 


Partiamo dal dato più corposo: ammontano 128.374 le prestazioni ambulatoriali recuperate nel 2023, oltre a 2.768 ricoveri e 12.016 screening. «Nonostante le segnalazioni di alcuni disservizi, va sottolineato che ogni giorno vengono soddisfatte in media 12 mila prestazioni, quasi 9 mila nei tempi» si legge nella nota firmata da Saltamartini.

Che assicura: «a livello regionale vengono effettuati incontri giornalieri con i referenti aziendali delle liste d’attesa per gestire disservizi ed emergenze, sia di natura tecnica che organizzativa. Il Coordinamento Enti si riunisce settimanalmente per analizzare nel dettaglio la situazione di ogni azienda e provincia, sia per i tempi d’attesa, sia per l’andamento dell’erogazione delle prestazioni più critiche». Il 2023 si è chiuso con 9 milioni di euro stanziati per il recupero delle liste di attesa. «Fondi interamente spesi», dicono dalla Regione. 


La delega


Ma come? La delega al privato si è portata via il 43% dei fondi messi a disposizione. Per il 2024, invece, la posta in gioco si alza. Sono 13,6 i milioni di euro stanziati per il Piano Operativo di recupero delle liste di attesa di quest’anno, di cui 8,6 milioni per le prestazioni ambulatoriali e (se necessario) gli screening ed i restanti 4,6 milioni per l’attività ospedaliera. Nel suo j'accuse, Saltamartini tira in ballo anche le aziende ospedaliere. Lo fa appuntandosi al petto (suo e della giunta Acquaroli) la medaglia per aver «sostituito quel carrozzone che era Asur con 7 aziende ospedaliere». L’opposizione, però, non ci sta. «È una cosa indecente, in tre anni non siete stati in grado di recuperare le liste di attesa» fa un polemico Carancini. E poi: «Lei non ha risposto» dice puntando il dito contro Saltamartini ed il suo intervento politico. Scaramucce politiche a parte, «a rimetterci sono le persone meno abbienti, quelle che non possono passare per il privato» conclude il consigliere dem.
 

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