Centro commerciale, Carancini ribatte al sindaco Parcaroli: «L’anticipo? Un incasso istituzionale a beneficio delle finanze pubbliche»

Romano Carancini
Romano Carancini
di Lolita Falconi
4 Minuti di Lettura
Lunedì 21 Marzo 2022, 08:45

MACERATA - «È indispensabile innanzitutto precisare alcune circostanze di fatto, improvvidamente a me attribuite ovvero non fedeli a quanto effettivamente accaduto e che possono interessare i cittadini. Non ho mai incassato personalmente anticipi per il centro commerciale Simonetti di Piediripa. Non ho mai incassato in contanti danaro per effetto di atti amministrativi circa la variante Simonetti né lo ha fatto la struttura amministrativa del Comune di Macerata. Non sono stati incassati “…8-900 mila euro di oneri di urbanizzazione e la parte rimanente con la cessione della ex chiesa di San Rocco in Vicolo Costa”». L’ex sindaco Romano Carancini ribatte alle affermazioni dell’attuale primo cittadino Sandro Parcaroli.

 
Il sindaco era intervenuto nei giorni scorsi per commentare un’interrogazione sul megastore di Piediripa del consigliere Pd Perticarari che verrà discussa in aula la prossima settimana. Affermazioni contestate, appunto, da Carancini che ricostruisce punto per punto la vicenda del centro Simonetti. Nel rammentare di essere stato eletto sindaco il 12 aprile 2010, «è opportuna la corretta ricostruzione degli atti che hanno riguardato la variante Simonetti - inizia Carancini - : l’iter amministrativo del cosiddetto “Centro Commerciale Simonetti” è stato avviato con la delibera di Consiglio Comunale n. 2 del 21 gennaio 2008 (amministrazione Meschini), con oggetto “Adozione” della variante parziale al Prg, e prosegue con la delibera di Consiglio Comunale n. 30 del 21 aprile 2008 (amministrazione Meschini) con oggetto “Adozione Definitiva” della medesima variante al Prg». 
La variante, «adottata, ma non ancora approvata, si è arricchita della nuova delibera di Consiglio n. 23 del 9 febbraio 2010 (amministrazione Meschini) con oggetto “Controdeduzioni” rispetto alle delibere sulla variante suddetta della giunta provinciale 494 dell’11 novembre 2008 e 14 del 21 gennaio 2010. Infine, con delibera n. 42 dell’8 giugno 2010 (amministrazione Carancini) è stata approvata definitivamente, e quale atto dovuto, la “Variante Parziale al Prg” dell’area Simonetti. Aggiungo - prosegue Carancini - che quale consigliere comunale, in consiglio, sino all’elezione a sindaco, ho sempre votato a favore delle proposte della Giunta Meschini in merito a tale operazione urbanistica. Gli atti dell’intesa pubblico/privato tra Comune e la ditta Simonetti sono stati originati, prima, da un accordo del 19 novembre 2007 e, successivamente, dalla lettera del privato del 2 dicembre 2009  e dalla conseguente delibera di Giunta Meschini n. 32 del 30 gennaio 2009 (tutti gli atti amministrativi richiamati sono pubblici e dunque consultabili)». 
L’accordo
«Il contenuto definitivo dell’accordo - in sintesi - prevedeva in capo alla ditta Simonetti la cessione gratuita al Comune di Macerata dell’ex chiesa di San Rocco e non a titolo di oneri di urbanizzazione come è erroneamente affermato dal sindaco Sandro Parcaroli. Inoltre - prosegue Carancini - la ditta Simonetti si impegnava a pagare al Comune di Macerata la somma di 2 milioni di euro, a titolo di compartecipazione del privato al “Costo di Costruzione” ai sensi dell’art. 16 del DPR 380/2001, per la viabilità connessa all’opera. La somma (2 milioni) sarebbe stata quindi versata dalla ditta Simonetti, in anticipo, (appunto sul contributo del “Costo di Costruzione”), in rate di 500mila euro ciascuna, rispettivamente entro 1, 2, 3 e 4 anni dalla entrata in vigore della variante (8 giugno 2010). Per effetto della variante parziale al Prg dell’area Simonetti, durante il mio primo mandato, l’amministrazione comunale di Macerata ha incassato la somma di 350mila euro in acconto della prima delle 4 rate suddette».
«Orbene - continua l’ex sindaco -, il fatto che tale progetto urbanistico non sia stato ancora realizzato dal privato dal giugno 2010 ad oggi (quindi ancora può costituire materia di polemica in consiglio comunale), è dipeso esclusivamente dalla sola volontà del privato medesimo; peraltro ribadisco, come già precisato, che l’amministrazione comunale ha ricevuto l’anticipo dalla ditta Simonetti, ma non in contanti (come apparso sulla stampa così dando la fuorviante ed allarmante idea dell’amministratore sindaco che riceve i “soldi in valigia”) quanto con le modalità rigorose di un ordinario  incasso istituzionale - in questo caso a titolo di anticipo sul cosiddetto “Costo di Costruzione”-, e con ciò beneficiando le casse pubbliche.

Con amarezza non mi riesce di comprendere le ragioni di tanto accanimento personale. Si ricomincia nuovamente a personalizzare ed utilizzare il mio nome prendendo a spunto questioni obiettivamente politiche (le contestazioni dell’attuale minoranza consiliare) per cercare di collocare la mia persona in un quadro, evidentemente utile a chi strumentalmente tira le fila».

© RIPRODUZIONE RISERVATA