L’onda lunga del Covid: attese sempre più lunghe, meno 30% di interventi. In più c’è carenza di infermieri e mancano posti letto

Un intervento chirurgico: il numero è drasticamente diminuito a causa del covid
Un intervento chirurgico: il numero è drasticamente diminuito a causa del covid
di Stefano Rispoli
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Lunedì 4 Aprile 2022, 02:35 - Ultimo aggiornamento: 9 Marzo, 22:53

ANCONA - La vera emergenza, adesso, è recuperare il terreno perduto. Ma non è facile perché l’onda lunga del Covid si sta facendo sentire, su un doppio fronte: da un lato, la carenza di personale, impegnato nella gestione dei pazienti positivi - e non è ancora arrivato il momento di abbassare la guardia e ripristinare l’assetto pre-pandemia - , dall’altro le liste d’attesa che si fatica ad accorciare perché il ritardo accumulato in due anni d’emergenza ha toccato livelli record e riassorbirlo richiederà uno sforzo considerevole.

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I vertici dell’ospedale regionale di Torrette si trovano a ragionare su una scacchiera dove le pedine a disposizione per l’attività ordinaria continuano a scarseggiare, nonostante l’importante iniezione di infermieri avvenuta nei mesi scorsi proprio per fronteggiare il virus. 


La morsa
Una fetta importante del personale continua ad essere dedicata ai reparti Covid: quelli di Torrette sono stati i primi ad essere riempiti e saranno gli ultimi a svuotarsi.

Secondo il bollettino di ieri, sono 56 i positivi ricoverati (più 9 al Salesi) di cui 4 in terapia intensiva. E per quanto il virus abbia allentato la morsa, «ci troviamo a trattare ancora pazienti con altre patologie ma con infezioni respiratorie da Covid, sia pure senza registrare polmoniti», spiega il professor Abele Donati, direttore della Clinica di Rianimazione di Torrette, secondo cui, in tempi di allentamento delle restrizioni, «sarebbe bene non rinunciare alle mascherine al chiuso». 


La contrazione 
Ma l’altra faccia dell’allarme è sul fronte dell’attività chirurgica «che ha subito tagli dal 30 al 70% nelle varie fasi della pandemia - spiega il professor Marco Di Eusanio, direttore della Cardiochirurgia dell’ospedale regionale -. Ora stiamo viaggiando con una riduzione di circa il 20-30% degli interventi rispetto al 2019, quando riuscivamo a garantirne 1.250 all’anno. Tutto questo a fronte di liste d’attesa che, nel frattempo, si sono allungate in modo significativo». Il problema è duplice: mancano professionisti e posti letto perché le risorse non sono state ancora riassegnate e il focus principale, in questo momento, resta per forza di cose il Covid. 


«L’emergenza non è finita, ma dopo grandi crisi si rendono necessari interventi correttivi importanti - aggiunge il professor Di Eusanio -. C’è tantissima attività alle spalle da recuperare». Il che non è un bene, soprattutto in ambito cardiovascolare, dove rimandare equivale sempre a un rischio.

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