ANCONA I soldi ci sono. Ora bisogna essere bravi a metterli a terra ed a far partire quei progetti milionari volti a rendere il porto di Ancona hub fondamentale dell’Adriatico, migliorando nel contempo l’assetto degli scali minori di Pesaro e San Benedetto del Tronto.
Dopo lo scampato pericolo delle risorse al lumicino (in prima battuta, per l’Autorità di sistema portuale dell’Adriatico centrale il ministero aveva stanziato appena 20 milioni di euro, da spartire tra Marche ed Abruzzo), i tre porti potranno contare su un bottino da 92 milioni di euro, la maggior pare dei quali da calare sul golfo dorico.
La distribuzione
Tra i progetti che verranno finanziati con questi fondi, il più corposo è il banchinamento del Molo Clementino, che da solo pesa per 22 milioni di euro.
Le scelte
Per le opere di dragaggio sono previsti 12 milioni mentre altri 7 serviranno a realizzare l’elettrificazione delle banchine. «Con la modifica del Molo Clementino abbiamo la possibilità di far attraccare le navi di 300 metri e rendere Ancona un home port che, a livello turistico, riesca a dialogare anche con l’aeroporto – osserva l’assessore alle Infrastrutture, Francesco Baldelli –. Garantendo il pescaggio dello scalo, modificando il molo nord e dragando in modo particolare la banchina 26, riusciamo a far entrare le grandi navi». Un progetto che, oltre all’aspetto turistico, coinvolge anche quello commerciale nell’interconnessione con l’Interporto di Jesi. «La nostra idea – spiega il titolare della delega – è quella di rendere il porto dorico centrale non solo nei corridoi Scandinavo-Mediterraneo e Baltico-Adriatico, ma anche in quelli ovest-est, entrando in sinergia con Civitavecchia. Stiamo lavorando ad un protocollo d’intesa con Toscana ed Umbria per i collegamenti est-ovest, a partire dalla Fano-Grosseto, ma che riguarderà anche gli interessi commerciali tra il porto di Ancona e quelli del Tirreno».
La mappa
Ci sono poi gli scali “satellite” di Pesaro e San Benedetto - anch’essi responsabilità dell’Authority – ai quali andranno rispettivamente 11,5 e 18,5 milioni di euro per progetti gemelli. In entrambi i casi, 500mila euro saranno destinati al cold ironing, ovvero l’elettrificazione delle banchine, mentre per la realizzazione delle casse di colmate, il porto del nord potrà contare su 11 milioni, mentre quello del sud su 18. «Pesaro e San Benedetto hanno un problema rilevante da lungo tempo: l’esigenza delle casse di colmata – fa il punto Baldelli –. Dunque, nelle richieste al ministero abbiamo inserito anche i finanziamenti per queste opere, oltre a quelli per il cold ironing. Così, da qui ai prossimi anni, andranno a risolvere i problemi delle sabbie di tipo C, con grado superiore di inquinamento. Serviranno per liberare i porti da queste sabbie che rappresentano un ostacolo evidente alla navigazione. Favoriranno, inoltre, i dragaggi anche dei porti regionali: è nostra intenzione stipulare un accordo di programma con l’Autorità di sistema portuale per poter sfruttare quelle casse di colmata anche per il porto di Fano, nel caso di Pesaro, e di Civitanova, nel caso di San Benedetto».
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