ANCONA - Un’entrata a gamba tesa su cui è impossibile non chiedere conto. E un’uscita talmente inaspettata da cogliere di sorpresa non solo il diretto interessato ma anche molti del gruppo consiliare in Regione. Tanto che stamattina il punto più scottante dell’incontro del Pd in Regione sarà proprio l’intervento firmato in calce dal capogruppo Maurizio Mangialardi contro il consigliere Antonio Mastrovincenzo, 4937 voti alle ultime regionali e in odore di candidatura alla segreteria regionale dem.
Niente di deciso, niente di ufficiale: c’è tempo fino al 20 novembre per scegliere se scendere in campo oppure no. Ma nel frattempo, attorno a quelle 107 firme che hanno fatto il suo nome come candidato unitario alla segreteria, si è scatenato uno tsunami.
La polemica
Il summit
Ma che l’aria sia di burrasca si è capito anche dal fatto che, pure stavolta, dovrà essere Roma a mettere un punto alla vicenda congressuale made in Marche. In settimana, forse mercoledì, il segretario nazionale del Pd Enrico Letta attende le delegazioni delle due parti nel quartier generale della Capitale. Obiettivo: placare lo tsunami prima che diventi ingovernabile e porti il Pd a discutere più di dissidi interni che di un programma di rilancio regionale.
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