Il porto chiede risposte sul caso-segretario: «Ancona devi svegliarti». Allarme tra gli operatori per i rumors da Civitavecchia sul candidato in pole position

Una suggestiva immagine del porto di Ancona al tramonto
Una suggestiva immagine del porto di Ancona al tramonto
di Andrea Taffi
3 Minuti di Lettura
Venerdì 24 Settembre 2021, 04:35 - Ultimo aggiornamento: 08:37

ANCONA - Il ministro Giovannini è in missione all’estero. Di presidente per l’Autorità di sistema portuale Adriatico Centrale se ne riparla, forse, la prossima settimana. Ma le voci che già circolano sul segretario - un funzionario di Civitavecchia, ex vice sindaco del comune, area FdI e già nel listone dei candidati alla presidenza è molto accreditato - ieri hanno riacceso lo scontento che serpeggia tangibile in banchina.

Soprattutto dopo nove mesi di vuoto istituzionale e con la prospettiva, molto probabile, di arrivare a girare la boa dell’anno prima di rivedere qualcuno di definitivo al secondo piano di Molo Santa Maria. 


Il silenzio solo apparente
Il silenzio dei maggiori operatori è solo apparente.

Alberto Rossi preferisce non parlare «perché prima viene il tassello del presidente». Andrea Morandi si spinge un po’ più in là, non di molto, ma dà voce alla sensazione, già palese ad aprile, che tutto si riduca a una carambola di accordi politici. «È molto improprio parlare del segretario ora visto che aspettiamo il presidente. Mi auguro, in generale, che le voci su accordi politici o sistemazioni di poltrone non corrispondano a verità. Se così fosse spero che il commissario Pettorino rimanga a lungo. Le rivendicazioni dell’Abruzzo? Anche in questo caso mi auguro che non sia così e confido molto nella conoscenza degli operatori abruzzesi. La logica di un sistema di porti credo debba essere legata al peso dei traffici e del potenziale».

Più duro l’ex deputato Eugenio Duca che non va per il leggero: «A mio avviso è necessario e urgente che le forze sociali rappresentative del mondo produttivo del porto, i sindacati dei lavoratori e delle imprese, le forze politiche democratiche dicano basta! Ognuno rispetti la legge e il ministro faccia ciò che deve fare, senza subire ulteriori inammissibili ricatti di coloro che vogliono mettere le casacche di partito su un ente statale quale è l’AdSP del mare Adriatico centrale. Si promuova subito una manifestazione unitaria, sindaco in testa, per il rispetto della legge e contro i predatori di oggi. Svegliati Ancona».

Duca è indignato per l’ipotesi che il candidato possa essere scelto a tavolino nell’accordo tra governatori: E cita la legge: «È chiarissima e va rispettata. “Il Presidente nomina e presiede il comitato di gestione; propone la nomina del Segretario generale”. Dunque è competenza del presidente proporre il segretario generale dell’AdSP, non di Acquaroli e Marsilio».

© RIPRODUZIONE RISERVATA