Il vino di Villa Bucci nel tracciato radar di Mr Calzedonia: rumors su una prossima acquisizione

Ampelio Bucci
Ampelio Bucci
di Maria Cristina Benedetti
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Domenica 24 Marzo 2024, 04:40 - Ultimo aggiornamento: 25 Marzo, 08:38

ANCONA Sarà il fragore che precede la festa. Alla vigilia del Vinitaly, dal 14 al 17 aprile un concentrato a Verona del mondo dell’alta gradazione, si anticipa che sarebbe vicino il passaggio di mano per una delle aziende più identitarie dei Castelli di Jesi, Villa Bucci. La sua conversione in blasone d’eccellenza: il top di gamma del Verdicchio, un condensato di qualità, abilità e dolcezza delle colline che increspano le Marche. 


Il marchio 


Più storia che impresa, a leggerne l’identikit online: «La nostra famiglia si occupa di agricoltura dal 1700».

Il marchio di garanzia delle origini viene impresso su una produzione di 700/800 quintali di Verdicchio all’anno e 300 di Rosso, con uve provenienti dai loro vigneti, e oltre 20 anni certificati in coltura biologica. Uno scrigno del gusto che, da Ostra Vetere, è entrato nel tracciato radar del gruppo Oniverse, felice sintesi di abbigliamento e sorsi d’autore.


I brand 


Con un brand che è l’anagramma di Veronesi, il suo cognome, l’imprenditore veneto Sandro, in origine Mr Calzedonia, negli anni ha saputo mettere insieme moda, cantine e yacht. Classe 1959, originario di Brentino Belluno, il suo allungo è stato creare un franchising di negozi con prodotti fashion&possibili. Con testimonial a cinque stelle, come Julia Roberts, Jennifer Lopez e Gisele Bündchen, e botteghe ovunque, ha fatto il giro del mondo con i loghi Tezenis, Intimissimi e Falconeri. Dal 2023 ha puntato su diversificazione e fascia più alta, rilevando l’88% del Cantiere del Pardo, leader nella produzione di premium yacht a vela e a motore. Nel segmento vinicolo ha replicato la formula del successo diffuso con la catena di enoteche e winebar Signorvino, di cui suo figlio Federico è il general manager. Dopo aver acquisito filari in Veneto, nel Lazio e in Sardegna, ora vuole allargarsi nelle Marche, dell’Infinito e dei Monti Azzurri.

La suggestione di un nuovo affare. Sul fronte opposto, quello di chi è al centro di tanto interesse, con garbo e gentilezza, Ampelio Bucci, classe 1936, volto e anima di un’impresa che in un calice versa l’identità di una terra, ristabilisce l’ordine tra i rumor di settore. Non si trattiene: «Non si può parlare di cantine in svendita, così si danneggiano tutti i produttori di vino. Ma quali svendite», lo torna a ripetere con un piglio che non tradisce la cortesia.

Alla curiosità mediatica, che vorrebbe una conferma a quei sussurri di mercato, risponde rapido e conciso: «Come tutte le imprese ci si guarda in giro». Decriptata, la frase, potrebbe essere letta come la dovuta prudenza, e la necessaria riservatezza, che avvolge e protegge una trattativa in corso d’opera. Incrociando il dato, ovvero il “chi siamo”, con il “chi sono”, la trama è la stessa, sia che si legga l’esordio web del produttore di quel nettare di Bacco; sia che si consulti l’elenco online delle offerte targate Signorvino, la declinazione alcolica del trendy a prezzi calmierati. Le etichette di Villa Bucci sono già nella Grande Cantina Italiana, che i Veronesi, a volerli citare, non si stancheranno «mai di esplorare e far crescere». Chissà che la loro strategia d’espansione non si tramuti nel rischio per questa terra del fare, e da bere, di essere oggetto di conquista. Con un altro prezioso tassello del mosaico-Marche che cede il suo retrogusto local per farsi un po’ più glocal.

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